Nel mondo parte la crescita, ma l'Italia fatica ancora
L'economia mondiale prende slancio e accelera, spinta dalle economie avanzate. L'area euro torna a crescere ma la ripresa è fragile, soprattutto nei paesi del Sud Europa, e c'è il rischio deflazione. Dopo due anni di contrazione, anche l'Italia rivede la crescita anche se continua a faticare ancora nel 2014, con il Pil che salirà dello 0,6% per poi accelerare al +1,1% il prossimo anno
L'economia mondiale prende slancio e accelera, spinta dalle economie avanzate. L'area euro torna a crescere ma la ripresa è fragile, soprattutto nei paesi del Sud Europa, e c'è il rischio deflazione. Dopo due anni di contrazione, anche l'Italia rivede la crescita anche se continua a faticare ancora nel 2014, con il Pil che salirà dello 0,6% per poi accelerare al +1,1% il prossimo anno.
La fotografia dell'economia mondiale scattata dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi) dipinge un quadro sostanzialmente positivo, anche se il Fondo mette in guardia sul persistere di rischi al ribasso e su una disoccupazione che continua a essere troppo elevata. Il pil mondiale crescerà quest'anno del 3,7%, ovvero 0,1 punti percentuali in più rispetto alle stime di ottobre. Un'accelerazione legata al fatto che i «freni alla ripresa sono stati progressivamente allentati. Il peso del risanamento fiscale sta diminuendo. Il sistema finanziario sta lentamente guarendo. L'incertezza sta diminuendo», afferma il capo economista del Fmi, Olivier Blanchard, sottolineando che il Sud Europa è l'area economica che preoccupa di più.
Per i Paesi del Sud dell'area euro «prevediamo per il 2014 una crescita positiva ma fragile»: «una crescita sostenuta - è la ricetta di Blanchard - richiederà rompere» il circolo fra «attività debole, banche deboli, società deboli e la necessità di risanamento di bilancio».
Sulla ripresa dell'area euro, che quest'anno crescerà dell'1% (+0,1 punti rispetto alle stime di ottobre) e nel 2015 dell'1,4%, pesa lo spettro della deflazione. «Non la prevediamo ma ci sono il 10-20% di possibilità che possa accadere» afferma Blanchard.