Tassi da usura, diamoci un taglio
Se il «vecchio» tasso di prestito arriva a superare la soglia di usura, saranno le banche o gli intermediari finanziari ad adeguare la percentuale o a restituire le somme in eccedenza. Lo ha stabilito il collegio di coordinamento dell'Arbitro bancario finanziario, il 10 gennaio scorso. Una decisione che Carlo Biasior del Centro di ricerca e tutela dei consumatori e degli utenti accoglie con favoreI tuoi commenti
TRENTO - Se il «vecchio» tasso di prestito arriva a superare la soglia di usura, saranno le banche o gli intermediari finanziari ad adeguare la percentuale o a restituire le somme in eccedenza. Lo ha stabilito il collegio di coordinamento dell'Arbitro bancario finanziario, il 10 gennaio scorso. Una decisione che Carlo Biasior del Centro di ricerca e tutela dei consumatori e degli utenti accoglie con favore. «La pronuncia è innovativa - spiega - non riguarda più la legge dell'usura, ma la dinamica del rapporto: se per la banca non sono cambiate le condizioni di rischio, deve esserci un adeguamento in base al principio della lealtà nei rapporti contrattuali, al principio di buona fede».
Biasior prosegue: «Visto il trend degli ultimi mesi di continua riduzione del costo del denaro, accade sempre più spesso che consumatori abbiano in essere contratti con tassi fissi che superano la soglia di usura. Ed ecco che la decisione dell'Arbitro Bancario Finanziario interviene con forza e innovazione affermando che nel caso in cui un intermediario "rifiuti di portare i tassi concordati al di sotto della soglia di usurarietà (
) in un contesto in cui i tassi concordati erano prossimi alla soglia del tempo e senza che sia percepibile un incremento del rischio individuale, non essendo contestato alcun ritardo nei pagamenti del prenditore, non si è adeguato al canone di buona fede contrattuale ed in ciò risiede l'antigiuridicità della sua pretesa"».
Per Biasior la novità importante è il concetto di «violazione del principio generale di buona fede» per cui si sanziona l'usura sopravvenuta (non più, dunque, in base alla violazione della legge sull'usura).
«Abbiamo avuto un paio di anni fa due ricorsi identici: si trattava di finanziamenti e cessione del quinto dello stipendio con intermediari finanziari - spiega Biasior - Noi contestavamo i tassi e anche le singole voci di costo, dall'assicurazione all'intermediazione finanziaria. L'Arbitro ci aveva dato torto sostenendo che il tasso di interesse al momento della stipula del finanziamento era al di sotto della soglia. Ma ora le cose cambiano. Due sono i mutamenti: oltre a tener conto della buona fede contrattuale, l'orientamento che sta prendendo piede nei tribunali di merito è che nella determinazione del tasso complessivo da considerare ai fini dell'usura rientrano tutte le voci di costo che il consumatore deve sostenere».
Ma la situazione in provincia di Trento qual è? «Diciamo che non siamo sicuri che le banche abbiano un sistema di monitoraggio costante a livello informatico, né siamo al corrente di spontanee riduzioni del tasso convenzionale a fronte del superamento della soglia di usura - aggiunge il responsabile del Centro consumatori di Trento, con sede in piazza Sanzio 3 - quasi quotidianamente la gente viene in ufficio da noi per verificare i tassi di interesse per mutui e per qualsiasi altra tipologia di prestito, sia per contratti stipulati con banche che con finanziarie. Si tratta solitamente di accordi che risalgono ad almeno 5 anni fa. Noi siamo disponibili a seguire tutti coloro che si rivolgeranno a noi, con una prima lettera di intervento e, in caso di risposta negativa da parte di banche e finanziarie, proporremo i ricorsi all'Arbitro bancario finanziario».