Pinot grigio, Trentino battuto
Il Consiglio di Stato ha respinto l'appello della Provincia per la riforma della sentenza numero 5350 del 2013 del Tar del Lazio che aveva respinto il ricorso di Piazza Dante, Cavit e Consorzio Vini contro il riconoscimento della Doc Venezia. In sostanza il Trentino ha perso la battaglia sul Pinot grigio, principale prodotto tutelato dalla nuova Doc e da anni principale fornitura vinicola veneta ai colossi cooperativi trentini.
A questo risultato si aggiunge la sfida che Doc Venezia sta già portando alle esportazioni trentine, ad esempio col contratto milionario 2015 soffiato nella catena di distribuzione tedesca Aldi Nord ( l'Adige del 17 ottobre). Di fronte a tutto ciò, si è aperta la strada della trattativa, favorita dall'intesa tra l'assessore trentino all'agricoltura Michele Dallapiccola e i suoi omologhi del Nord Est.
La prospettiva che si va delineando è quella della fine dell'attuale denominazione Igt delle Venezie e di una cogestione della nuova Doc. I produttori veneti continueranno a rifornire i trentini, i prezzi non dovrebbero cambiare ma sarà garantita una maggiore tutela del prodotto. Questo scenario, è stato detto ieri a Palazzo Roccabruna alla presentazione delle Giornate del Merzemino e degli autoctoni lagarini, pone nuove sfide al comparto del vino trentino, con la necessità di posizionare a livelli più alti il Pinot grigio Valdadige e gestire al meglio il Pinot grigio trentino, che nell'ultima vendemmia con 332 mila quintali di uva ha sorpassato lo Chardonnay come prima varietà raccolta.
Ultimo caso controverso sul Pinot grigio, l'inchiesta per frode nelle cantine dell'Oltrepò Pavese partner di Cavit. L'associazione Skywine, organizzatrice delle Giornate del Marzemino, hanno detto la presidente Giada Vicenzi , Tiziano Bianchi e Erwin Tomazzolli , punta invece sui vini autoctoni trentini, Marzemino, Enantio, Casetta, decimati negli ultimi 30 anni. F. Ter.