Edilizia, l'Istat fotografa la crisi del 2014
La crisi del mattone non molla la presa, nella prima metà del 2014, permessi di costruire alla mano, il numero delle nuove abitazioni è sceso dell’11,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e i metri quadrati sono diminuiti del 9,1%.
A fare i conti è l’Istat, che ha anche aggiornato i dati sulla produzione nell’edilizia e il segno non cambia. I cantieri a novembre hanno perso il 4,5% su base mensile e ormai l’anno si avvia a chiudere ampiamente sotto lo zero, visto che i primi undici mesi rilevano un deficit del 7,1%.
Si tratterebbe dell’ennesimo anno nero per il settore delle costruzioni, con tutte le conseguenze che ne derivano, incluse quelle occupazionali.
Guardando al residenziale, sul mercato non vanno più di 14 mila case per trimestre, è così da un anno e mezzo ed il periodo più difficile è stato gennaio-marzo dello scorso anno, quando con sole 10.968 ‘tettì si è toccato un nuovo minimo storico.
Nel secondo trimestre i livelli sono un pò risaliti (13.668), ma risultano comunque inferiori a confronto con lo stesso periodo del 2013. Il discorso non cambia se si passa ai metri quadrati, scivolati sotto il milione nel primo trimestre per poi assestarsi, tra aprile e giugno, poco sopra (1.143.657 mq). E di certo non va meglio nell’edilizia non residenziale, dai capannoni ai negozi: complessivamente nel primo semestre del 2014 i permessi di costruzione nel comparto sono diminuiti del 10,8%.
Meno cemento quindi, anche se i nuovi edifici dovrebbero rispondere a criteri ecologici, ma anche, inevitabilmente, meno posti di lavoro e meno cantieri.
Delle speranze arrivano dalle ultime cifre dell’Agenzia delle Entrate sul mercato immobiliare, relative al terzo trimestre (+3,6% su base annua). Per ora l’attività nell’edilizia non sembra però beneficiarne, il dato dell’Istituto di statistica fa segnare infatti una nuova contrazione a novembre, rimangiandosi il vantaggio preso a ottobre.