La Cgia: crollo del credito a imprese e famiglie
La combinazione tra la contrazione dei prestiti bancari a famiglie e imprese, il calo dei consumi e il crollo del Pil ha spinto il Nordest verso la deflazione.
A dirlo è la Cgia di Mestre secondo la quale nel 2014 in 3 Province su 13 l’andamento dei prezzi è stato negativo. -0,2% a Pordenone e a Verona, -0,1% a Treviso. In altre 4, invece, l’inflazione non ha registrato nessuna variazione: ciò è avvenuto a Venezia, a Gorizia, a Belluno e a Vicenza. A Trieste (+0,1%), a Udine (+0,1%), a Padova (+0,2%), a Rovigo e a Trento (+0,4%), invece, l’aumento è stato modestissimo. Solo a Bolzano la crescita è stata superiore all’unità: precisamente all’1,1%.
«Speriamo che con l’avvio del Quantitative Easing - si augura il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - l’inflazione riprenda a crescere attestandosi attorno al 2%, trascinando all’insù i consumi, gli investimenti e soprattutto gli occupati».
Nonostante molti istituti di credito abbiano continuato a investire in quest’area dall’inizio del «credit crunch» (fine 2011) all’ottobre scorso (ultimo dato disponibile), nel Nordest la contrazione dei prestiti bancari alle famiglie e alle imprese è scesa del 5,1%: se a Bolzano la caduta è stata del 4%, a Trento la contrattura ha raggiunto quota 4,6%. In Veneto, invece, il «taglio» ha raggiunto il 5%, mentre in Friuli Venezia Giulia è stato addirittura del 6,2%. La provincia più «colpita» dalla chiusura dei rubinetti del credito è stata Trieste: in questi ultimi 3 anni la diminuzione ha toccato il 10,4%.
Sebbene nell’ultimo anno ci sia stata una decisa frenata, sia nel Veneto (-0,3%) sia in Friuli Venezia Giulia (-0,7%) la contrazione ha continuato ad amplificarsi. Tra il 2011 e il 2014, le famiglie e le imprese del Nordest hanno «perso» 11,1 miliardi di euro.