Il 2014 anno nero per l'edilizia. Confartigianato: la media Ue invece cresce
Anno nero il 2014 per l’edilizia in Italia anche se iniziano a intravedersi timidi segnali di ripresa. Lo scorso anno il valore della produzione è crollato di quasi il 7% (6,9%), in controtendenza rispetto alla crescita dell’1,9% della media dei Paesi Ue.
Lo rileva Confartigianato che sottolinea il profondo gap tra il nostro trend e quello della Germania dove si è avuta una crescita del 2,4% e quello della Spagna dove è addirittura volata nel 2014 del 16% dopo il crollo del 57,1% registrato tra 2004-2009.
Il settore delle costruzioni in Italia mostra tuttavia «un timido segnale positivo alla fine del 2014», sostiene Confartigianato, quando tra novembre e dicembre il valore della produzione segna una risalita del 2,3% a fronte di una flessione dello 0,5% nell’Ue a 28. Ma resta il fatto che la forte crisi subita nello scorso anno ha cancellato oltre 13.000 imprese artigiane in un settore in cui operano 536.814 imprese artigiane, pari al 38,8% dell’artigianato, con 835.963 addetti.
Secondo le rilevazioni di Confartigianato, nell’ultimo anno le imprese artigiane delle costruzioni sono diminuite di 13.111 unità, pari al -2,4%. «Di fronte a questo scenario - sottolinea il Presidente di Confartigianato Edilizia, Arnaldo Redaelli - emerge in modo evidente la necessità di misure strutturali per rilanciare le costruzioni e dare una scossa salutare a tutta l’economia italiana, assicurando una risposta alla domanda abitativa, infrastrutturale e di riqualificazione urbana».
Per questo, aggiunge Redaelli, «è necessario far ripartire gli investimenti in infrastrutture, sbloccando la realizzazione di opere pubbliche a livello locale e modificando le regole del patto di stabilità interno. Inoltre, non è più rinviabile il piano contro il dissesto idrogeologico e per la messa in sicurezza antisismica».