Il Triveneto ride: boom dell'export. Meglio del resto d'Italia e della Germania

Il Trentino bene grazie alle mele e ai vini

L'export del Triveneto nel primo trimestre 2015 si è chiuso con +5,8%, un valore migliore della media italiana (+3%) e che ha anche battuto la concorrenza tedesca la quale ha accusato un -0,4% delle vendite estere. È quanto emerge da una ricerca di Intesa Sanpaolo per conto di Cassa di Risparmio del Veneto, Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia e Banca di Trento e Bolzano.

IL VENETO

Sono stati trainanti i distretti veneti forti del +8,6% che sono tornati a essere la locomotiva del tessuto produttivo locale e italiano. Si è registrato un miglioramento quasi generalizzato, con 19 distretti su 23 che hanno messo a segno un aumento tendenziale dell'export. Tra i primi 10 distretti italiani per crescita dell'export in valore assoluto, 5 sono veneti. Spiccano l'occhialeria di Belluno, in forte progresso negli Usa e in Cina, e il tessile/abbigliamento di Treviso che, dopo anni di forte crisi, ottiene risultati positivi in tutti i suoi principali sbocchi commerciali (Germania, Spagna, Francia). Buone performance anche dall'oreficeria di Vicenza, dalla concia di Arzignano, dalla calzatura sportiva di Montebelluna, dal prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, dal mobile di Treviso, dal tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno e dai dolci e dalla pasta veronesi. La ritrovata competitività dei distretti veneti è evidente anche dalle ottime performance nei più importanti mercati del mondo: +23,8% negli Usa e +19,4% in Cina. Le imprese distrettuali venete, inoltre, hanno mostrato segnali di accelerazione sul mercato europeo, riuscendo a spuntare una crescita a due cifre in Germania (+10%) e del 20% nel Regno Unito. Forte balzo anche in alcuni nuovi mercati ad alto potenziale, come la Polonia (+33,2%), Corea del Sud (+31,2%), Sudafrica (+56%) e Messico (+29,7%). È stato così possibile superaree le difficoltà incontrate in Russia e Ucraina, dove si è ulteriormente accentuato il crollo subito nel 2014. In crescita anche i distretti del Friuli V.G. nonostante siano stati condizionati dal peso e dall'elevata volatilità della componentistica e termoelettromeccanica.

IL FRIULI VENEZIA GIULIA

Lo stato di salute dei distretti friulani è complessivamente buono con un +6,9% tendenziale. Su 7 distretti, 5 hanno avuto un aumento dei flussi di export. Spicca, in particolare, il mobile di Pordenone, che tra il primo trim. 2014 e il primo trim. 2015 ha guadagnato 24,2 mln di euro (+16,5%), pur rimanendo lontano dai picchi toccati nel 2008. Tassi di crescita sostenuti hanno caratterizzato anche l'export di coltelli e forbici di Maniago, vini del Friuli e prosciutto di San Daniele. Usa, Regno Unito ed Emirati Arabi Uniti hanno guidato la crescita dei distretti friulani sui mercati esteri. In Usa si sono messe in evidenza le sedie e i tavoli di Manzano, nel Regno Unito e negli Emirati Arabi Uniti spiccano le performance del mobile di Pordenone.

IL TRENTINO ALTO ADIGE

L'export dei distretti del Trentino A.A. hanno avuto un calo dell'1%: un dato che non va comunque letto negativamente, specie se si considera che nel primo trimestre 2014 fu toccato un livello di massimo storico (370,5 mln di euro) e che si tratta del secondo miglior risultato di sempre per valori esportati in un trimestre (366,7 mln). Spiccano le performance di crescita delle mele (30 mln di euro), grazie alla spinta dei mercati nord africani e di Regno Unito, Spagna e Svezia. Tra i mercati di sbocco è evidente poi la forte crescita in Usa, dove hanno avuto brillanti performance i vini rossi e le bollicine di Trento.

Nella seconda parte dell'anno gli Stati Uniti continueranno a trainare l'export e un sostegno alla crescita dei distretti potrà venire poi dalla ripresa della domanda europea e dalla debolezza relativa dell'euro. Meno dinamica che in passato sarà invece la domanda proveniente dai nuovi mercati. Rimarrà in particolare debole l'economia russa, penalizzata sia dal crollo del prezzo del petrolio, sia dal forte deprezzamento del rublo. 

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