Imprese cinesi, boom in regione: in sei anni +70,7% rispetto alla media italiana che è del 39,2%
Si ha spesso la sensazione a Trento di veder spuntare come funghi attività messe in piedi da stranieri, soprattutto cinesi. Secondo la Cgia di Mestre - che ha pubblicato i dati dal 2009 al 2014 - non si tratterebbe di una semplice impressione, visto che il Trentino Alto Adige è la regione in cui si registra l'aumento maggiore di realtà imprenditoriali con a capo lavoratori dalla Cina. In sei anni, l'aumento è addirittura del 70,7% (39,2 la media italiana).
Nell'ultimo anno (2013-2014), si parla di un vertiginoso +10,1%, secondo solo al Friuli Venezia Giulia (+10,3). Se si calcola che negli ultimi dodici mesi la media italiana è esattamente la metà (5,1%), si capisce quanto sia "amata" la nostra regione dall'imprenditore con gli occhi a mandorla.
"Questo perché il Trentino è un mercato buono rispetto ad altre realtà italiane - commenta Gianni Bort, leader dell'unione Commercio Turismo trentina - Mi riferisco ad esempio al Veneto che già rischia di essere zeppo di iniziative. La nostra regione con l'autonomia, le risorse e la serietà che contraddistingue la popolazione diventa appetibile per gli stranieri, che arrivano anche ad integrarsi in alcuni casi".
Uno dei dati nazionali che maggiormente salta agli occhi è il calo di denaro che viene inviato in patria , probabilmente anche a causa della crisi economica. Se nel 2012 sono stati rispediti in Cina 2,67 miliardi di euro, nel 2014 si parla di "soli" 820 milioni. Il settore in cui opera maggiormente il mercato cinese sono il commercio (35,4%), seguito da manifattura (26,7%) e alberghi e ristoranti (21,3%).
"La presenza cinese a Trento è palpabile. Basta transitare in via Brennero e notiamo ristoranti, negozi e varie attività - riprende Bort -. La crescita segue l'aumento degli stranieri in Italia ed è un fenomeno che forse è figlio di questa crisi: calano i posti di lavoro e chi rimane senza si affida all'impresa privata e questo genera questi aumenti che riguardano i cinesi ma anche tanti altri stranieri".
C'è chi dice che gli stranieri siano più intraprendenti.
"Diciamo che hanno necessità di lavorare, soprattutto i cinesi che sono lavoratori infaticabili e quando si mettono a fare gli imprenditori dedicano tutta la giornata all'attività. Questo vale sia per i datori di lavoro che per i dipendenti e questo consente di rimanere sul mercato più facilmente rispetto ad altre imprese".
E diventano una concorrenza mica male per gli italiani.
"La concorrenza si fa sentire, poi loro sono collegati con le loro centrali d'acquisto e sappiamo quanto sia competitivo il mercato cinese. Riescono a trovare prodotti, anche di qualità discreta a prezzi decisamente migliori rispetto a quelli italiani. Che sono di qualità magari maggiore e con una maggiore attenzione nel servizio, però ormai dobbiamo rilevare che molti clienti preferiscono puntare su un prezzo vantaggioso in un periodo difficile come questo".