Falso Made in Italy, lunedì la protesta dei contadini al Brennero
Lunedì dalle 9.30 migliaia di agricoltori della Coldiretti provenienti dal Trentino e da molte altre regioni presidieranno il valico del Brennero «per denunciare gli effetti dei ritardi e delle omissioni dell'Unione Europea che favoriscono le speculazioni che stanno provocando l'abbandono delle campagne con effetti irreversibili sull'occupazione, sull'economia e sull'ambiente». Il campo base è all'area di parcheggio Brennero, nella direzione sud dell'autostrada. «Il nostro principale alleato è il consumatore - afferma il presidente di Coldiretti Trentino Gabriele Calliari - salvaguardando le nostre imprese, salviamo anche il futuro di quello che tutti mangiamo».
«Sotto accusa - afferma Coldiretti - è un'Europa che chiude le frontiere ai profughi e le spalanca ai traffici di ogni tipo di schifezza alimentare, sulle quali si fanno affari a danno degli agricoltori e dei consumatori. Autobotti, camion frigo, container saranno verificati dagli agricoltori per smascherare il finto Made in Italy, dai prosciutti ai pomodori, ma anche il commercio di surrogati e sottoprodotti che abbassano la qualità, come le polveri di latte e le cagliate da utilizzare per fare formaggi Made in Italy al posto del latte vero senza indicazioni in etichetta».
L'iniziativa, che replica analoghe manifestazioni degli anni scorsi, l'ultima nel dicembre 2013, si svolge contemporaneamente alla mobilitazione dei giovani agricoltori della Coldiretti che a Bruxelles mostreranno «le tante schifezze spacciate come Made in Italy per chiedere un impegno più forte dell'Unione Europea».
Al Brennero ci saranno in prima fila gli agricoltori trentini. «Non si tratta solo dei prodotti contraffatti e finti italiani come il Parmesan - spiega Calliari - ma anche della materia prima che arriva dall'estero, viene trasformata e venduta con l'immagine italiana». Tra i settori dove più si produce questa concorrenza sleale ai prodotti tipici, il lattiero-caseario, prosciutti e salumi, le conserve, la passata di pomodoro. Ma non ci sono stati in questi anni passi avanti sull'etichettatura dei prodotti? «Sta migliorando su singoli prodotti, ad esempio va molto meglio oggi sull'olio di oliva, ma c'è ancora molto da fare».
Anche le produzioni trentine sono danneggiate da questi prodotti. «Noi non vogliamo fermare il libero transito delle merci, e neanche delle persone. Vogliamo però che i consumatori sappiano quello che mangiano. Che siano liberi di scegliere il latte polacco, italiano o cinese, sapendo però quale è la loro origine. Ci sentiamo traditi, è un inganno a danno dei consumatori». Avete degli alleati in questa battaglia? «Il nostro principale alleato è il consumatore - sottolinea Calliari - la mamma che ha capito da anni questo problema».