I cibi trentini sulle tavole internazionali. Le vendite di vino registrano una battuta d'arresto
Nel primo semestre di quest'anno le aziende trentine hanno esportato prodotti per un valore di 1 miliardo 714 milioni di euro, in crescita del 4,1% rispetto ai primi sei mesi del 2014. L'aumento non è strepitoso, Bolzano ci batte con un +7,6% e la media nazionale è pari al +5%. Ma tra i principali settori dell'export, ce n'è uno che corre: l'agroalimentare trentino fa boom sulle tavole internazionali con un +37% nelle vendite all'estero di mele e piccoli frutti e un +10% di esportazioni di prodotti alimentari, dalle marmellate ai formaggi. Con una eccezione: le vendite di vino registrano una battuta d'arresto, con un calo dell'1,6%. Secondo l'Istat, che ieri ha diffuso i dati del commercio estero delle regioni italiane, l'export trentino è debole verso l'Unione Europea, dove cresce nel semestre dell'1,5%, mentre vola nei Paesi extraeuropei, dagli Stati Uniti al Mediterraneo, registrando un +8,9%.
In particolare nel secondo trimestre le esportazioni trentine ammontano a quasi 870 milioni, in aumento dell'1,1% sull'analogo periodo dell'anno precedente. Il risultato del semestre è quindi dovuto soprattutto ai primi tre mesi, che avevano registrato un +7,3%. Tra aprile e giugno si fermano al +1% le vendite di macchinari, il comparto più importante dell'export provinciale, perdono il 2,9% quelle delle bevande, vino in testa, ma volano col +10,9% le esportazioni di alimenti e col +47% quelle di prodotti agricoli, in primo luogo mele.
Tra gennaio e giugno il comparto più consistente dell'export resta quello della meccanica, con oltre 335 milioni di vendite all'estero, in aumento del 10,5% sull'anno precedente. Al secondo posto ci sono le bevande con quasi 184 milioni, in calo dell'1,6%. Le esportazioni di vino continuano a crescere nel primo Paese cliente, gli Stati Uniti, dove aumentano del 12,4% superando i 95 milioni, mentre subiscono delle forti flessioni in Germania, -22,7% scendendo sotto i 30 milioni, e in Gran Bretagna, -23,4% a circa 21 milioni. Tra le maggiori voci dell'export, i prodotti delle cartiere sono praticamente stabili (+0,8%) a 142 milioni, le fibre sintetiche (nylon di Aquafil in testa) salgono dell'1,1% a 97 milioni, i prodotti chimici (compresi gli zampironi di Zobele) crescono del 9,8% a quasi 59 milioni.
Poi ci sono i prodotti alimentari, che nel complesso vendono per 104 milioni, il 10% in più del 2014. Tra essi, frutta e ortaggi lavorati e conservati aumentano del 12,6% a 38 milioni, i prodotti lattiero-caseari crescono del 9,6% a 29 milioni, i prodotti da forno e farinacei salgono del 5,1% superando gli 11 milioni, la carne aumenta del 26% a più di 5 milioni. Il principale mercato di sbocco del cibo trentino «lavorato» è la Germania, dove si registra un incremento del 12% a oltre 30 milioni. I prodotti agroalimentari freschi invece segnano un balzo del 37,2% a oltre 56 milioni. In testa ai mercati di sbocco ci sono i Paesi mediterranei: Algeria, che raddoppia a più di 12 milioni, Egitto, che aumenta del 59% a quasi 10 milioni, Spagna, anche qui con un raddoppio oltre i 5 milioni.
Si conferma la contrazione dell'export trentino in Russia (vedi articolo sotto): -20% nel primo semestre. Sono in ripresa invece le importazioni totali, salite del 5,5% a oltre 1 miliardo di euro.