Italiano un piatto di pasta su 4 nel mondo e in Usa e Cina è vero boom
La pasta, protagonista della tavola in Italia e nel mondo (200 i Paesi dove è consumata con più o meni regolarità) sarà protagonista ad Expo domenica 25 in occasione del World Pasta Day,
«La pasta non può mancare nell’Esposizione universale dedicata all’alimentazione e alla sicurezza alimentare - osserva Paolo Barilla, presidente Aidepi - Non solo è il piatto più “glocal” del made in Italy alimentare, ma ha tutte le caratteristiche per rispondere alle complessità e all’incertezza di questo scenario alimentare».
E una sfida globale la pasta l’ha già vinta: 15 anni fa nel mondo se ne producevano 9,3 milioni di tonnellate, contro 14,5 milioni raggiunti nel 2014 (+56%). E sono 52 (15 anni fa erano 29) i Paesi in cui si consuma almeno 1 kg di pasta pro capite all’anno.
In 15 anni l’export di pasta italiana è cresciuto complessivamente di circa il 50%. Nel 2014 la Germania si conferma il principale mercato per l’export (oltre 360mila tonnellate e un’incidenza pari al 18,3% del totale), seguita da Regno Unito e Francia. Al di fuori dell’Europa, sono gli Usa il primo sbocco, con 151 mila tonnellate e un peso del 7,7% in volume e del 9,5% in valore.
In crescita gli «Italian pasta lovers» - sottolinea Aidepi - anche nei Paesi emergenti: si segnalano con Russia (+11,5%), India (+15,4%) e, soprattutto, la Cina (+37,9%).
E la pasta ha saputo adeguarsi a stili alimentari e culture gastronomiche eterogenei. Tra le tendenze degli ultimi anni, la diffusione di formati «maxi», come paccheri, conchiglioni & co nei mercati più maturi; la sperimentazione di paste speciali con impasti arricchiti di minerali, vitamine o «superfoods» (bietola rossa, rosmarino, fagioli, farina di canapa, ecc), la pasta a rapida cottura, pronta in 4 minuti. E prodotti pronti già confezionati con il loro condimento, da cuocere nel wok (per conquistare la Cina) o in pentola a pressione, per gli americani che amano cotture sbrigative.