Sciopero nel commercio L'adesione in aumento
La seconda giornata di sciopero nazionale dei lavoratori del commercio, dopo quella del 7 novembre, per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro di una parte della grande distribuzione privata e di quella cooperativa, ha visto sabato in Trentino un 60% di adesioni nei negozi Despar e la chiusura di tutti punti vendita della Famiglia cooperativa di Povo.
La protesta riguarda i negozi e supermercati delle catene aderenti a Federdistribuzione e a Coop, per un totale in Trentino di 2.000 lavoratori, che non hanno rinnovato il contratto. Altre catene, invece, hanno già siglato il rinnovo.
Secondo i sindacati, la percentuale di lavoratori che ha aderito alla protesta in Aspiag si aggira intorno al 60% con punti vendita dove è salita fino all'80%, mentre a Bolzano l'adesione è sensibilmente cresciuta rispetto al precedente sciopero, aggirandosi intorno al 45%.
«L'aumento della partecipazione è stato generale» commentano i segretari di categoria di Cgil Trentino e Alto Adige Roland Caramelle e Maurizio Surian. Testimonianze arrivano anche dalla zona di Rovereto, da nuove adesioni nei punti vendita Oviesse e dalla conferma della partecipazione allo sciopero dei lavoratori del Superstore.
Le delegazioni altoatesina e trentina che hanno partecipato al corteo nazionale a Milano hanno sostenuto anche il «No alle aperture festive del 26 dicembre». La manifestazione è stata conclusa dalla segretaria della Cgil Susanna Camusso .
La protesta dei lavoratori, in piazza per un contratto scaduto da oltre due anni, è stata scandita nel corteo di Milano dall'appello a boicottare lo shopping natalizio, nel week-end più caldo dell'anno per i consumi, da parte dei leader sindacali che hanno parlato dal palco di Piazza della Scala a Milano, dove sono confluite le 10 mila persone che, secondo gli organizzatori, hanno partecipato al corteo partito da Corso Venezia.
"Chiediamo solidarietà ai cittadini perché oggi non vadano nella grande distribuzione e magari neanche domenica" ha detto il segretario della Cgil, Susanna Camusso, sul palco accanto al leader della Uil, Carmelo Barbagallo, e al segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni. "I lavoratori della grande distribuzione - ha spiegato - sono da più di due anni senza contratto con un'associazione di impresa che dopo aver disdettato gli integrativi, fatto cassa integrazione e mobilità e scaricato tutti i costi della crisi sui lavoratori, di nuovo non vuole rinnovare il contratto".
«Dicevano che non era civile scioperare il 19 dicembre, e allora chiediamo al presidente di Federdistribuzone dov'è la civiltà di chi non rinnova i contatti lavori, costringendo i lavoratori a passare un altro Natale senza contratto», ha affermato dal palco il segretario della Cgil, Susanna Camusso.
«Noi - ha aggiunto nell'intervento di chiusura della manifestazione - siamo pronti, saremmo contenti se potessimo dire che sotto l'albero di Natale troverete il contratto. Ma vi diciamo che continueremo così, Cgil insieme a Cisl e Uil, perchè il contratto lo vogliamo.
Molto critico il segretario della Cgil verso la Coop. «Dicono 'la Coop sei tu', ma chi è questo tu?. Ci dicono sempre siamo soci. Ma soci di cosa?, se l'unico fine è il profitto. Ripensino allo slogan. A Federdistribuzone e Coop diciamo di smettere di mettere i lavoratori uno contro gli altri perchè sappiamo che è questo il motivo per cui non è stato rinnovato contratto».
Camusso critica anche la liberalizzazione degli orari, le aperture domenicali costanti e la flessibilità: «Non possiamo passare la vita dietro a una cassa ad aspettare che arrivino i clienti, vogliamo una vita uguale e normale per tutti, perché dobbiamo stare 24 ore su 24 dietro una cassa a disposizione dei clienti quando possiamo essere clienti anche noi stessi? Le liberalizzazioni hanno aumentato i costi e ridotto i fatturati. La grande distribuzione e il commercio staranno meglio quando staremo tutti meglio, perché senza di noi non si va da nessuna parte».