«Parcelle gonfiate e gara pilotata» Trento Rise, chiesti 6 rinvii a giudizio
Tempi dilatati e parcelle quindi gonfiate. Utilizzando un'immagine non giuridica è quanto secondo la procura accadeva a Trento Rise, il consorzio che da avamposto della ricerca ha imboccato la via della liquidazione trascinandosi dietro l'immagine meno nobile di crocevia degli sprechi di denaro pubblico. Non a caso la procura ha aperto diversi filoni di indagine su cui stanno "scavando" gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza.
Il primo filone ad imboccare la fase del giudizio è quello relativo alle consulenze "gonfiate".
I pm Pasquale Profiti e Alessia Silvi hanno presentato la richiesta di rinvio a giudizio con una novità rispetto all'avviso di conclusione delle indagini: gli imputati ora sono sei, c'è dunque una posizione che corre verso l'archiviazione. Il giudizio è stato chiesto per l'ex responsabile dell'ufficio legale di Trento Rise Michele Debiasi (imputato per truffa, falso ideologico e turbata libertà degli incanti); per l'avvocato bolzanino Sergio Coletti (truffa), per l'ex presidente di Trento Rise Fausto Giunchiglia (falso ideologico) e per tre ex dipendenti dell'ufficio legale di Trento Rise Anna Paola a Beccara, Maria del Carmen Jimenez Plaza e Angela Danieli (falso ideologico e turbata libertà degli incanti).
È stata stralciata la posizione di Francesca Cinardo per cui è stata chiesta l'archiviazione. Inoltre - come prevede la legge - i pm hanno disposto la trasmissione degli atti alla procura regionale della Corte dei conti per valutare eventuali profili di danno erariale. Naturalmente si tratta di accuse ancora tutte da dimostrare e su cui un agguerrito stuolo di avvocati (Giovanni Rambaldi, Marcello Mancini, Beniamino Migliucci, Maria Cristina Osele, Marco Zanella, Giorgio Fassino e Christian Dorigatti) si prepara a dare battaglia.
Due sono i profili di reato ipotizzati: parcelle a tariffa oraria che sarebbero state "gonfiate" e una gara "pilotata" per affidare il servizio di consulenza. Secondo i pm, Debiasi e Coletti «con artifici e raggiri inducevano in errore gli organi preposti alla liquidazione» dei compensi allo stesso avvocato bolzanino.
La rendicontazione, per i pm, «era redatta da Coletti e Debiasi, allegata alle fatture ed alle richieste di compenso ed esponeva ore di lavoro a giustificazione del corrispettivo richiesto, commisurato a tempo, in realtà mai effettuate». Sono una dozzina le fatture contestate per ciascuna di esse gli inquirenti hanno ricostruito gli incontri e la loro reale durata.
Un esempio tra le decine di episodi contestati: il 6 febbraio 2014, «si attestava un incontro svolto con Debiasi della durata di 6 ore mentre l'incontro, ove avvenuto, non aveva durata superiore a 1 ora e 53 minuti». Ci sono poi quattro ipotesi di falso ideologico relativi alla presunta retrodatazione di alcuni incarichi affidati all'avvocato Coletti. Infine c'è la gara "pilotata" per i servizi di consulenza legale: per l'accusa Debiasi avrebbe fatto pressioni affinché «l'offerta di Coletti ricevesse il punteggio di merito di almeno 10 punti» favorendo così l'aggiudicazione.