Più di mille appartamenti sfitti in città E con la crisi calano gli inquilini affidabili
Almeno mille immobili sfitti «veri» a Trento, cioè liberi da almeno due anni - ma in calo rispetto al passato - e circa mille appartamenti invenduti nelle valli. Per entrambi, in un certo senso, è la crisi il minimo comun denominatore. Perché per gli appartamenti non affittati spesso la ragione è legata alla difficoltà di trovare un inquilino che sia affidabile e che versi regolarmente il canone mensile. Per quelli invenduti, invece, il problema è legato soprattutto al fatto che si tratta di case costruite per essere immesse sul mercato turistico e, con la legge Gilmozzi, vincolate invece a essere vendute come prima casa in una fase in cui è difficile trovare acquirenti soprattutto in zone dove il prezzo al metro, pur sceso, resta molto alto per chi deve affrontare un investimento che dura tutta la vita.
Per sbloccare la situazione dell'invenduto, Giulio Misconel, leader delle imprese edili riunite nell'Assoedilizia (Ance Trento), ha chiesto alla Provincia una moratoria alla legge Gilmozzi per poter dare impulso a un mercato immobiliare stagnante. Ma dalla giunta, che ha respinto l'idea di bloccare la Gilmozzi, arriva da Carlo Daldoss la replica: «C'è già in legge urbanistica una norma che consente di vendere come turistiche immobili fermi a patto che il Comune lo autorizzi e di versare il doppio degli oneri di urbanizzazione». Rispetto alle stime del passato che parlavano di migliaia di appartamenti sfitti a Trento, dalla Provincia spiegano che quelli che effettivamente non sono utilizzati o dati a turisti, ad esempio sul Bondone, dovrebbero essere circa un migliaio, anche se un valore certificato non c'è.
Immobili sfitti in città
Le stime che arrivano dalla Provincia parlano di circa mille immobili residenziali effettivamente sfitti in città (cui vanno aggiunti quelli tenuti a disposizione per la famiglia o il figlio che sono altri 5.600 circa), con un calo comunque rispetto al passato. Per chi non ha ancora messo a reddito il proprio immobile, spiega ad esempio Gianpiero Cozzio dell'Unione piccoli proprietari, «il nodo è quello di non aver trovato ancora un inquilino che sia affidabile». Dopo tanti anni di crisi, chiarisce poi Cozzio, «il consiglio che diamo è quello di tenersi stretto l'inquilino che paga anche facendo uno sconto. Chiediamo sempre a chi si rivolge a noi da quanto tempo l'inquilino è dentro e se è affidabile. Se lo è, non vale la pena cercare un sostituto, anche perché oggigiorno chi entra in affitto richiede dei lavori sull'appartamento che sono ulteriori costi». Se in passato poi «i proprietari tendevano a ridurre il più possibile il periodo del contratto per alzarlo». Oggi, con l'inflazione a zero e il mercato degli affitti reso difficile dalla crisi con molti che fanno fatica a pagare, «si tende a tenere in casa a lungo l'inquilino che paga».
In città 4 anni nella stessa casa
A confermare che in città affidabilità dell'inquilino fa rima con fedeltà all'appartamento nei giorni scorsi è arrivato anche un report di Solo Affitti. Che ha chiarito come sempre più case in affitto siano adibite ad abitazione principale (80% del totale) a Trento dove i locatari restano più tempo che altrove nello stesso appartamento: 48 mesi, quasi il doppio dei 27,4 della media italiana. Nel 2015 poi i canoni di locazione risultano in calo dell'1,2% medio.
Servono 541 euro al mese
A Trento occorrono 541 euro per prendere un appartamento in affitto, più dei 516 della media nazionale. Trento è uno dei capoluoghi di regione dove si utilizzano di più i contratti d'affitto liberi 4+4 anni (50%) e meno quelli a canone concordato (40%).
L'invenduto nelle zone turistiche
Altro tasto dolente per il mercato immobiliare è quello dei circa mille appartamenti invenduti nelle valli turistiche. «Qui - spiega Misconel - servirebbe un ragionamento con Provincia e sistema bancario per dare spinta a un comparto che vede la ripresa in Italia ma non qui».