Frontiera chiusa al Brennero Cantine trentine in allarme
Il muro anti-profughi dell’Austria al Brennero spaventa gli imprenditori tra gli stand del vino e della grappa al Vinitaly. Qui la posta in gioco è economica, perché ostacoli sulla rotta della Germania, e del Nord Europa, mercati tradizionalmente al top per il made in Italy, possono mettere in gioco un miliardo di euro, secondo una stima di Coldiretti.
Le esportazioni di vino italiano in Austria, precisa l’organizzazione agricola, sono pari a 91 milioni di euro, quelle in Germania a 962 milioni di euro e il valore sale ancora se si considerano anche i Paese del Nord Europa come la Svezia (149 milioni di euro) la Danimarca (145 milioni), la Norvegia (95 milioni di euro) e la Polonia (38 milioni).
«La preoccupazione - sottolinea la Coldiretti - è che la decisione del governo austriaco possa ostacolare le spedizioni che in questi mesi sono già state rallentare su molte rotte dall’intensificarsi dei controlli».
«Per il nostro export, con l’Austria punto di passaggio per un mercato fondamentale come quello della Germania, la logistica - ha detto Alessandro Marzadro dell’omonima distilleria a Nogaredo - può risentirne. E anche il flusso turistico per il Garda potrebbe subire un freno». «Per noi è tradizione consolidata lavorare aldilà del Brennero. Siamo un ponte», ha sottolineato Paolo Endrici, produttore di Trentodoc e Teroldego dell’azienda Endrizzi.
«Mi dà un fastidio tremendo - ha detto il produttore trentino - l’idea di un muro. È una vita che cerco di creare ponti: sono stato il primo a trovare un socio altoatesino, ho trovato moglie in Germania, e ora ho dato lavoro a un cittadino del Mali che è arrivato con un barcone in Sicilia».
Anche per il piemontese Michele Chiarlo «il vino non avrebbe bisogno di frontiere. Abbiamo lottato tanto per avere in Europa la libera circolazione - dice il re del Barolo che esporta l’80% della produzione - e ora arriva un muro al Brennero dove passano gran parte delle vendite per la Germania».
Del resto, che il vino abbia bisogno di frontiere aperte l’aveva sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dando il via a Vinitaly. Una 50/ma edizione che mette in mostra anche esempi di agricoltura sociale con oltre mille attività in Italia, secondo una stima della Cia - Confederazione Italiana Agricoltura, oltre 4mila addetti e un valore alla produzione di 200 milioni di euro.
«La sfida è produrre eccellenze che stanno sul mercato - ha detto Ilaria Signoriello, portavoce nazionale Forum agricoltura sociale che rappresenta 450 aziende, in un incontro promosso dalla Cia col viceministro alle Politiche agricole Andrea Olivero - caricandosi sulle spalle la dignità di rifugiati politici. A questa emergenza il settore dimostra, sempre più spesso e da Nord a Sud, di saper dare una risposta abitativa e accoglienza nel mondo del lavoro» in controtendenza all’Austria.