Buono come il pane L’Italia al terzo posto
I consumatori europei scelgono ancora il pane tradizionale (73%) ma la crescente attenzione alla salute, il peso della cucina etnica, i nuovi canali distributivi con le differenze di gusto hanno cambiato il mercato. Avanzano, infatti, i prodotti preconfezionati di lunga durata (25%) e quelli preconfezionati per la cottura domestica (2%) e a vincere su tutto sono i piccoli formati.
A rilevarlo è un’analisi di Fedima, la Federazione europea dei produttori di ingredienti e semilavorati del pane e della pasticceria, di cui Aibi (l’Associazione italiana di settore aderente ad Assitol) fa parte, secondo il quale l’Italia è al terzo posto per il consumo complessivo dopo Germania e Francia, con 64 kg pro capite l’anno.
Secondo Fedima, l’italiano acquista in media 57 kg di prodotti del fornaio ogni anno, confermando così la sua predilezione per l’arte bianca. Diverso, invece, l’andamento in Ue dove primeggia la Romania (98 kg), seguita da Bulgaria (93 kg), Germania (92 kg) e Grecia (78 kg). Nel segmento del ‘frescò è ancora il pane bianco a trainare il mercato, declinato però in piccoli formati e con ricette diversificate.
«Si va imponendo il pane inteso come “snack” - spiega il presidente Palmino Poli di Aibi - Si mangia di meno al ristorante, ma di più fuori casa e in tal senso, a consumare meno pane sono soprattutto donne e giovani; inoltre, l’influenza delle diete speciali, come il “gluten-free” hanno influenzato molto le scelte dei consumatori».
Dati che indicano la strada per i prossimi anni che dovrà essere fatta da da un’offerta più ampia connotata da alta qualità dei prodotti e da pane fresco ma di varie tipologie. Una sfida sulla quale i panificatori sono chiamati a coniugare tradizione ed innovazione, la cui struttura produttiva è già cambiata, dove il 65% del pane prodotto in Ue è di origine industriale, contro il 35% di quello artigianale.