L'export trentino vale 271 milioni

Il Regno Unito è il quarto mercato di sbocco per il made in Trentino. Una settantina le aziende coinvolte. L'interscambio commerciale 2015 fotografato dall'ufficio studi della Camera di commercio rileva un valore complessivo delle esportazioni pari a 271.416.236 euro. 
Il peso dell'export.
Le merci esportate nel Paese che ha optato per l'uscita dall'Unione europea, superano di gran lunga il valore delle importazioni, nel 2015 pari a 42.137.301 euro: per ogni euro di beni importati, le aziende trentine ne esportano 6,44. Il Regno Unito, sul fronte dell'export trentino, segue la Germania ( 556 milioni di valore), gli Stati Uniti ( 407 milioni) e la Francia ( 297 milioni). Ed in proporzione la quota trentina è al di sotto di quella nazionale. In valore, le esportazioni 2015 dal Trentino pesano per 3,44 miliardi di euro e la quota del Regno Unito rappresenta il 5,4% , mentre per l'Italia è del 7,9% . Il peso delle importazioni dal Regno Unito è molto più basso anche in termini percentuali. L'import complessivo del Trentino è pari a 2,03 miliardi di euro e la quota inglese rappresenta appena il 2,1% (a livello nazionale è invece del 2,9% ).

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Bevande al primo posto. 
A fare la voce grossa nell'export oltre Manica è soprattutto l'agroalimentare, vino su tutti. Nel Regno Unito piazzano i loro prodotti marchi del calibro di Cavit e Mezzacorona, ma anche la La Vis e altre aziende più di nicchia, come la Pravis della valle dei Laghi. La voce «bevande» ( 44.823.568 euro) è quella più rilevante, seguita dalla voce «altri mezzi di trasporto» ( 42.715.148 euro). La terza è quella dei «prodotti chimici» ( 31.316.616 euro). Al quarto posto «carta e prodotti di carta» ( 28.861.617 ). Al quinto «macchinari e apparecchiature» ( 26.998.586 ). I «prodotti alimentari» rappresentano la sesta voce più rilevante ( 19.799.615 ). Un discreto rilievo hanno anche i «prodotti delle attività editoriali» ( 16,47 milioni di euro), gli «articoli in gomma e materia plastiche ( 11,81 milioni) e gli «autoveicoli, rimorchi e semirimorchi» ( 10,33 milioni).
I prodotti importati. 
Quanto all'import, la prima voce è «altri mezzi di trasporto» ( 13,46 milioni ), seguita da «articoli in gomma e materie plastiche» ( 4,94 milioni), «prodotti della metallurgia» ( 3,99 milioni), «prodotti chimici» ( 3,69 milioni) e «prodotti alimentari» ( 1,95 milioni).
Stop all'«Europa tecnocratica».
«Non credo che si saranno grandi impatti sull'interscambio con la Brexit» commenta il presidente della Camera di commercio, Giovanni Bort «il problema, ora, è soprattutto politico. È evidente a tutti che l'attuale architettura istituzionale e l'impostazione tecnocratica dell'Unione europea non consente di rispondere con efficacia alle questioni e ai problemi urgenti sul tappeto: dai flussi migratori alla sicurezza, dalla competitivà delle nostre imprese al mercato del lavoro. La decisione del popolo inglese può accelerare l'elaborazione di riforme incisive in grado di rendere più moderna, più integrata e più "leggera" l'Unione europea».

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