Nel 2018 l'Iva sarà al 25% Un anno dopo salirà ancora
È polemica su clausole e tasse
La nuova legge di bilancio le vieta categoricamente: niente più clausole di salvaguardia con aumenti di tasse, dilagate a non finire e divenute un vero e proprio capestro per tutti i governi alle prese di anno in anno con la messa a punto della manovra. Ma nella prima finanziaria che assume proprio i contorni del nuovo ddl, una clausola è già rispuntata. O almeno è rispuntata nella bozza del provvedimento che sta circolando in queste ore, probabilmente già rivista con una soluzione ad hoc.
Gli incassi della voluntary disclosure inserita nel decreto fiscale, non stimata nel dl, vengono quantificati nel testo della legge di bilancio a 1,6 miliardi di euro. Il gettito dell'operazione è però per sua natura incerto e per questo, come rassicurazione di fronte alla già dubbiosa Commissione europea, serve una salvaguardia a garanzia delle coperture. Il governo è quindi ricorso alla più classica della clausole, ovvero all'aumento delle accise su carburanti, alcol e sigarette a partire dal 10 settembre 2017. Il rialzo coprirebbe metà dell'incasso, 800 milioni, mentre per l'altra metà si farebbe ricorso ad una nuova ondata di spending sui ministeri. E sarebbe proprio insistendo su quest'ultima voce che si potrebbe trovare una soluzione.
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La norma scritta nella bozza ha infatti acceso la polemica. Il primo a schierarsi sul piede di guerra è stato il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, padrino del ddl di riforma della legge. «La legge di bilancio vieta le clausole». In Parlamento gli animi si sono scaldati per gran parte della giornata, spingendo il ministero dell'Economia a smentire in serata i contenuti delle bozze in circolazione: «Quello visionato non corrisponde al testo definitivo».
In effetti una soluzione è possibile e potrebbe già essere stata identificata.
La nuova legge di bilancio elimina infatti le clausole con aumenti automatici di tassazione, ma prevede la possibilità di ricorrere a tagli automatici di spesa sui ministeri. Se quindi per la copertura alternativa della voluntary disclosure si ricorresse solo a questa voce, la legge sarebbe rispettata in pieno. Il governo potrebbe quindi muoversi in questa direzione, come confermato indirettamente dal viceministro dell'Economia, Enrico Zanetti. «Non ci sarà nulla che non sia a norma di legge. Non una clausola è scattata finora e continuerà a non scattare mai», ha assicurato riferendosi anche allo slittamento delle clausole pregresse sull'Iva al 2018, quando è previsto uno scatto dell'aliquota direttamente al 25%.
Il testo della manovra è al momento in fase di bollinatura. Il passaggio al Quirinale potrebbe concludersi entro venerdì o sabato, con il trasferimento alle Camere probabilmente domenica o lunedì. Ma il fronte parlamentare si è già scaldato in giornata anche sulle parole di Matteo Renzi, pronto a minacciare il veto sul bilancio europeo se non passerà la linea italiana sui migranti. Un ordine del giorno di Sinistra italiana che, ricalcando proprio le parole del premier, che chiedeva di porre lo stesso veto per gli stessi motivi è stato bocciato dalla maggioranza di governo.