Rivoluzione Sait, 60 esuberi Famiglie coop: vendite +2%
Sindacati e rappresentanze dei lavoratori del Sait, il consorzio della cooperazione di consumo trentina, sono convocati mercoledì prossimo per ascoltare dal direttore Luca Picciarelli i termini della riorganizzazione del personale prevista dal piano industriale.
La rifondazione organizzativa del consorzio, come la definisce il direttore, comporterà un numero significativo di esuberi sui 650 dipendenti complessivi. Sull'Adige a luglio avevamo indicato in 50 il numero probabile, ora si parla di 60. E non tutti potranno essere prepensionamenti.
D'altra parte la severa cura a cui Picciarelli sta sottoponendo Sait e Famiglie Cooperative sembra dare risultati sul piano commerciale: tra gennaio e ottobre il trend delle vendite si conferma in crescita del 2% sull'anno precedente. «A parità di rete - precisa Picciarelli - al netto cioè della Famiglia cooperativa di Tione». Che è uscita dal Sait per aderire a Dao-Conad. «Il fatturato ha un andamento positivo, migliore del mercato di riferimento - sottolinea Picciarelli - È un'inversione di tendenza. La stagione estiva è andata molto bene anche rispetto a quella 2015 che era stata positiva. Comincia a dare i suoi frutti il cambio di strategia commerciale».
Ristrutturazione di punti vendita, referenze in più, «Missione risparmio» cioè prezzi ribassati. Tra le Famiglie cooperative ci sono anche perplessità sullo stile molto «commerciale» della direzione Picciarelli, ma la cura sta dando frutti dopo la stasi di mercato del 2015. I prezzi bassi però mettono a repentaglio i già risicati margini delle Famiglie. Così prende rilievo proprio il tema della riduzione dei costi del consorzio.
«L'ho detto a Rsa e sindacati già quando ci siamo visti la prima volta - ricorda Picciarelli - È assolutamente evidente dalla curva dei costi, ma anche semplicemente girando per gli uffici, che Sait ha bisogno di una profonda riorganizzazione. Il modello va rifondato. E i sindacati ne sono consapevoli». Sui numeri dei possibili esuberi il direttore non si sbilancia: «Non è definito nulla anche se la riorganizzazione sarà significativa». Ma precisa che anche le soluzioni - uscita morbida con prepensionamenti o procedura di mobilità - non sono definite: «Non si può escludere nulla».
«Abbiamo chiesto l'incontro due mesi fa - dice Lamberto Avanzo , segretario della Fisascat Cisl - Hanno convocato per mercoledì sia noi che le rappresentanze sindacali aziendali. Questo può significare che non ci comunicheranno l'apertura di una procedura di mobilità ma presenteranno varie possibilità». «In Sait a partire da fine agosto è cominciato l'esame dell'organizzazione interna e del personale - prosegue Avanzo - Tra l'altro, è stata fatta una valutazione delle persone vicine ai requisiti pensionistici». Il problema è che vicini alla pensione sono 20-25 dipendenti, troppo pochi rispetto ai tagli ipotizzati. Il modello prepensionamenti delle Casse rurali non pare riproponibile. «Non abbiamo un fondo dedicato - precisa Avanzo - L'azienda dovrà prevedere degli incentivi. Comunque alla riunione vado preoccupato».
Nelle Famiglie cooperative, dove lavorano 1.600 persone, il ricorso agli ammortizzatori sociali si è invece molto ridotto. Esuberi per le fusioni, come quella che entro metà 2017 darà vita alla Famiglia coop Valsugana, non sono previsti.