Funivie: Trentino Sviluppo: in 2 anni eliminato il «rosso»
Archiviata l'epoca dell'abbondanza in cui una partecipazione ed un finanziamento pubblico ad una società funiviaria non si negava a nessuno, Trentino Sviluppo spa presenta il bilancio dei primi due anni del nuovo regime, introdotto dalla controllante Provincia autonoma di Trento. Il nuovo regime è quello che distigue tra le stazioni di interesse locale e quelle di mercato, tra - esimplificando - gli impianti in perdita della Nuova Panarotta spa e quelli della Sitc spa di Canazei, gallina dalla uova d'ora per gli azionisti.
In due anni, il bilancio è quello riprodotto nella tabella qui sotto: il bilancio «aggregato» di tutte le società funiviare partecipate da Trentino Sviluppo ha visto, dal 2014 al 2016, aumentare il fatturato da 50,9 a 52,7 milioni , ridurre il costo del lavoro (da 18 a 17,6 milioni ), incrementare il margine operativo lordo da 8,9 a 12,1 milioni, ridurre ammortamenti e svalutazioni da 15,5 a 11,5 milioni , e ridimensionare gli oneri finanziari (da 3,4 a 1,9 milioni ).
Con il risultato di riportare in equilbrio le partecipate. «Funive Pinzolo continua ad essere in rosso, ma la situazione è migliorata» dice l'ingegner Fulvio Rigotti , vicepresidente di Trentino Sviluppo con delega su turismo, promozione e settore impianti a fune. In due anni, a livello di sistema, si è passati da un reddito negatvo di 7,6 milioni al pareggio di bilancio.
La nuova strategia ha previsto la possibilità che la Provincia, attraverso Trentino Sviluppo, acquisti impianti, sistemi di innevamento e altri asset turistici, anche se non di nuova realizzazione, e la possibilità di acquisire asset in compensazione di crediti esistenti o in formazione. Ha inoltre identificato i bacini di accumulo in quota come beni strategici che, diventati patrimonio pubblico, possono essere messi a disposizione anche di altri ambiti: protezione civile, agricoltura, zootecnia e turismo. L'obiettivo è mantenere in vita gli impianti minori a sostegno dell'economia turistica e quale palestra per la pratica dello sci: palestre di avviamento alla stregua di un campo da calcio o di un impianto natatorio.
In Trentino ci sono 500 km di piste da sci, 230 impianti di risalita gestiti da 56 operatori : una ventina di ski-aree, con una occupazione diretta (stagionale) di 1.500 lavoratori . Nel 2014, Trentino Sviluppo partecipava a 21 società , per 86 impianti a fune e 93,2 milioni di euro investiti. Partecipate che prevesentevano perdite per 7,6 milioni , azzerate, e un indebitamento complessivo di 111,2 milioni , ridotto a 90,6 ( -20,6 ). In due anni, Trentino Sviluppo ha effettuato 16 interventi.
In 8 casi si tratta di riequilibrio economico finanziario, per complessivi 10,6 milioni , in via principale ha acquisito gli asset. È stato fatto a Lavarone, Folgaria, Panarotta, Brentonico, Val di Non, Passo Brocon, Monte Bondone e Passo Rolle. Ed è stato fatto convolgendo il sistema bancario (ristrutturazione debito e riduzione tassi), Comuni e operatori locali (partecipazione agli aumenti di capitale), e il personale (revisione dei contratti integrativi).
Per le nuove realizzazioni sono stati investiti 33,4 milioni, intervenendo sulle stazioni del Monte Bondone, del Tonale, di Doleda (impianto Alba-Col dei Rossi), Pinzolo e Molveno Pradel, Col Margherita e Paganella. In totale: interventi per 44 milioni , più altri 31 già pianificati per i prossimi anni. Sono in fase di ultimazione interventi di investimento e riequilibrio finanziario a San Martino di Castrozza e Peio. In due anni, in concreto, Trentino Sviluppo, privilegiando l'acquisto degli asset in sostituzione della partecipazione al capitale, ha ridotto da 21 a 15 le partecipazione, uscendo da Carosello Ski Folgaria, Turismo Lavarone, Nuova Panarotta, Baldo Garda, Impianti Maso, e Altipiani Val di Non.
Il capitale investito in equity è passato dai 95 milioni del 2014 ai 59 di quest'anno ( -36 milioni ). L'effetto «leva» positivo è misurato dal risultato dell'investimento: 10,6 milioni per acquisire asset hanno portato ad un valore doppio della riduzione dell'indebitamento.
L'Irvapp (Fbk) ha misurato gli impatti sui quattro interventi effettuati nel 2015 su Folgaria Ski, Turismo Lavarone, Baldo Garda e Nuova Panarotta, dimostrando che un euro investito «rientra», sotto forma di Pil provinciale, in meno di cinque anni. Per un euro speso in acquisto di impianti funiviari o di innevamento, si determina tra il 2015 e il 2019 un incremento del prodotto interno lordo provinciale di 1,14 euro . Al contrario, senza l'intervento di Trentino Sviluppo, nelle quattro stazioni, a fronte di un calo complessivo dei redditi da lavoro di 3 milioni , e delle spese per servizi e altri beni pari a 19,2 milioni , il Pil si sarebbe ridotto di 26,7 milioni.
Un «rientro» rapido, senza contare l'indotto su alberghi, ristoranti, negozi e maestri di sci. L'assessore al turismo Michele Dallapiccola ne trae un giudizio definitivo: «C'è il cambiamento climatico e c'è il meteo incerto. Ma a noi del meteo non deve importare nulla. Abbiamo dimostrato di saper gestire gli ospiti con diverse proposte: impianti aperti alle bike in estate, sistema dei rifugi ed eventi in quota. Siamo molto sereni per il futuro».
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