Lunedì festa del lavoro ma supermarket aperti
Il 1° maggio è festa del lavoro, ma non per tutti. Molti dipendenti delle grandi catene commerciali lunedì saranno, per loro scelta (stando al contratto), dietro il banco di un negozio del centro o alla cassa di un supermercato. È difficile tracciare una geografia completa delle aperture del 1° maggio. A spanne possiamo dire che in città i grandi supermercati, anche solo per difendere con i denti la propria quota di mercato, lunedì saranno aperti.
Sono aperti infatti, tra gli altri, l'iperPoli e il Poli di via Fermi, il Pam e il Superstore (non quello di Rovereto). In città e dintorni saranno tendenzialmente chiusi i supermercati del Sait. In centro città i negozi a conduzione familiare saranno in maggioranza chiusi, mentre le grandi catene commerciali terranno aperto.
Supermercati e negozi saranno aperti nelle zone a maggior vocazione turistica. Tra questi possiamo annoverare anche lo Shop Center di Pergine che sulla sua pagina Facebook annuncia alla clientela l'apertura per il primo maggio. Il tema delle aperture domenicali e festive è da anni oggetto di confronto tra sindacato e aziende.
«Ricordo che il lavoro nelle giornate festive - sottolinea Walter Largher della Uiltucs - avviene su base facoltativa. Questo prevede il contratto. È importante che al lavoratore venga lasciata libera scelta, senza pressioni di sorta. Dai nostri siti i dipendenti dei grandi gruppi, come Poli, Aspiag (cioè Despar ed Eurospar), cooperazione, Penny Market possono scaricare i moduli da presentare al datore di lavoro comunicando la loro indisponibilità a lavorare nella giornata festiva.
Per facilitare il dipendente può compilare il modulo e inviarlo al sindacato che poi lo trasmette all'azienda via posta elettronica certificata. Ricordo che nei festivi viene comunque pagata la giornata lavorativa. Ognuno deve poter fare i suoi calcoli decidendo liberamente se stare in famiglia o andare al lavoro».
I sindacati ricordano inoltre che il lavoratore non è obbligato a lavorare, come stabilito da alcune sentenze della Cassazione, neppure se nel contratto di assunzione è espressamente prevista la disponibilità a lavorare nei giorni festivi. Chi invece, prevede il contratto nazionale, decide di lavorare in giornate come il primo maggio viene pagato il 30% in più. Ma per i lavoratori delle grandi catene che beneficiano anche di un contratto aziendale di secondo livello l'aumento può arrivare al 70-80%.
«Il nostro impegno - dice Lamberto Avanzo della Fisascat Cisl - è aprire il confronto con le associazioni datoriali affinché il contratto di secondo livello sia garantito a tutti, e al suo interno si affronti anche il tema delle maggiorazioni per aperture domenicali e festive». Aperture che secondo la Cisl dovrebbero essere contingentate. «Ormai - sottolinea Avanzo - anche le aziende si stanno rendendo conto valutando il rapporto costi-benefici che l'apertura domenicale non è sostenibile neppure per loro.
Chiediamo che si apra un tavolo di confronto anche su questo tema: l'obiettivo da parte nostra è andare verso la chiusura nelle giornate festive individuando le domeniche in cui c'è certezza della chiusura. Se ci sono esigenze particolari, come l'apertura in occasione di un evento quale il Festival dell'Economia, credo che un accordo si possa trovare, ma bisogna mettere un freno alla completa liberalizzazione 24 ore al giorno 7 giorni su 7, insostenibile per i piccoli e ora difficile da portare avanti anche per i grandi».