Crisi e concorrenza sleale, l'allarme dei ristoratori
È un settore profondamente segnato dalla crisi, quello della ristorazione. «Cambiano le abitudini dei consumi. A farne le spese anche noi che in questi anni abbiamo promosso la nostra cucina, selezionando i migliori prodotti, facendo continua ricerca, migliorando l’accoglienza e contribuendo in tal modo ad accreditare in Italia e nel mondo il successo di immagine dell’intero settore». Lo ha evidenziato Marco Fontanari nell’intervento all’assemblea annuale dell’Associazione ristoratori del Trentino, da lui presieduta. Al centro dell’incontro, che si è tenuto presso Confcommercio, l’approvazione del bilancio, la relazione del presidente sull’attività e sullo stato di salute del settore.
L’intero comparto, è stato detto, è impegnato in una pesante fase di «ristrutturazione». «L’idea che la crisi sia passeggera e che tutti torni come prima è sbagliata - ha detto Fontanari - Profondi e probabilmente incontrovertibili cambiamenti nei comportamenti dei consumatori e la globalizzazione dei mercati sono solo alcune delle cause di una diffusa situazione di sofferenza, che non lascia intravvedere sbocchi ragionevoli».
Secondo l’Associazione sono due, in particolare, i motivi che continuano a mantenere il settore nell’incertezza: il cambiamento nelle abitudini dei consumi degli italiani e la diffusione di nuove forme di concorrenza sleale, dai falsi agriturismi ai circoli privati o feste varie. «Quello che chiediamo a gran voce è chiarezza e condizioni uguali per tutti». L’assemblea ha deciso di destinare i fondi raccolti nell’iniziativa «Ristoratori trentini per Amatrice», circa 28 mila euro, alla nuova zona food in costruzione ad Amatrice.