Marchio Igp, Modena protesta sull'«aceto balsamico trentino»
La città di Modena scende in campo a fianco del Consorzio di tutela a difesa del suo oro nero, quell’aceto balsamico che l’ha resa celebre nel mondo e che viene ora sfidato dall’emergente aceto balsamico del Trentino.
Quest’ultimo ha infatti richiesto l’iscrizione nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, che annualmente viene rivisto dal ministero delle Politiche agricole. Tra le imminenti novità di quest’anno ci sarebbe proprio l’introduzione dell’«aceto balsamico trentino» che, nella denominazione, richiama i prodotti emiliani tutelati: l’Aceto balsamico tradizionale di Modena dop, quello di Reggio Emilia (sempre dop) e l’Aceto balsamico di Modena igp.
Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena e presidente della Provincia di Modena, chiede di «fare chiarezza sul corretto utilizzo di termini connessi a uno specifico prodotto caratterizzato dal marchio Igp». Per Muzzarelli occorre tutelare un prodotto enogastronomico da secoli indissolubilmente legato al territorio modenese e conosciuto in tutto il mondo. Serve quindi, «una più attenta verifica sull’utilizzo di termini quali ‘Aceto balsamicò e ‘Balsamicò e sulla necessità della presenza di determinate caratteristiche, peraltro previste per legge».
Il Consorzio di tutela aceto balsamico di Modena rende noto di essersi «attivato nelle sedi ufficiali a tutela della denominazione Aceto Balsamico di Modena e per la corretta applicazione di tutte le vigenti normative, comprese quella inerente la disciplina degli aceti e, ovviamente, quella che regola l’elenco dei prodotti tradizionali».
«Siamo convinti che tutte le Autorità preposte, analizzato il caso, prenderanno i dovuti provvedimenti», osserva il direttore del Consorzio, Federico Desimoni.
Il deputato Pd Giuseppe Romanini, componente della Commissione Agricoltura della Camera, insieme a diversi deputati emiliani ha presentato una interrogazione al Ministro Maurizio Martina invitandolo a «soprassedere alla richiesta di inserimento nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali del cosiddetto ‘aceto balsamico trentinò».
Per Romanini è dunque opportuno che «il Ministero rigetti l’istanza di iscrizione dell’aceto balsamico trentino, per salvaguardare la specificità delle produzioni tipiche locali e per difendere i consumatori da possibili equivoci e fraintendimenti».