Aumento dei prezzi, Bolzano resta la città più cara Trento è all'ottavo posto ma segna una frenata

Resi noti dall’Istat i dati relativi all’inflazione di giugno per i capoluoghi di regione e le regioni, in base ai quali l’Unione nazionale consumatori ha stilato la top ten delle città più care d’Italia e la classifica delle regioni più costose, in termini di aumento del costo della vita.

«La classifica delle città con i maggiori rincari si confermano, come a maggio, Bolzano, Milano e Venezia. Bolzano è in testa alla classifica da anni.

Secondo lo studio in testa alla classifica delle città più care, in termini di maggior spesa, si conferma Bolzano, dove l’inflazione dell’1,9% si traduce in una stangata aggiuntiva, per una famiglia di 4 persone, pari a 1027 euro su base annua.
Segue Milano, dove il rialzo dei prezzi dell’1,5% determina un aumento del costo della vita pari a 770 euro e Venezia, dove l’inflazione dell’1,9% comporta un aggravio annuo di spesa di 765 euro.

In testa alla top ten delle regioni più costose, in termini di rincari, la Toscana, dove l’inflazione dell’1,6% significa, per una famiglia di 4 persone, un aggravio pari a 670 euro su base annua.

Segue il Trentino Alto Adige, dove l’incremento dei prezzi pari all’1,5% implica un’impennata del costo della vita pari a 650 euro e la Lombardia, dove l’inflazione dell’1,3% genera una spesa annua supplementare di 647 euro.

«Nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome per i quali sono calcolati gli indici, a giugno si rilevano aumenti su base annua ma meno ampi di quelli registr ati il mese precedente. Fa eccezione la sola Torino che mostra una crescita stabile e pari a +0,9% , comunque al di sotto di quell a nazionale.

Bolzano (+1,9%, da +2,2% del mese prec edente) si conferma la città in cui i prezzi presentano gli incrementi più elevati, accompagnata questa volta da Venezia (+1,9% da +2,0%), seguite da Genova, Firenze (entrambe +1,6%, rispettivamente da +1,8% e +1,7%), Milano (+1,5%, in decelerazione dal +1 ,8% di maggio), Palermo (+1,4% da +1,5%), Napoli e Trento (entrambe +1,3%, rispettivamente da +1,5% e +1,9%, con la seconda che fa segnare, assieme a Trieste e Potenza, anche la decelerazione di maggiore ampiezza rispetto al mese precedente, e pari a ben sei decimi di punto percentuale).

Le variazioni dei prezzi registrate a Trieste e Catanzaro (entrambe +1,2%) si attestano a livello della media nazionale, mentre si mantengono al di sotto quelle di Bologna e Roma (+1,1% per entrambe, rispettivamente da +1,3 % e +1,4%). Chiudono Aosta, Bari (entrambe +0,9%), Perugia, Cagliari (+0,8% per tutte e due i capoluohi), Ancona (+0,6%) e Potenza (+0,4%)», scrive l'Istat.

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