Il 2017 l'anno più duro per la frutticoltura trentina Gelate primaverili e grandine: danni per 130 milioni
Nell'anno più difficile per la frutticoltura trentina, i periti assicurativi hanno anticipato di alcune settimane i sopralluoghi nei campi per la stima dei danni. Danni ingentissimi provocati dalla gelata primaverile, quando a fine aprile la colonnina di mercurio era scesa sotto lo zero ed i fiori che si sarebbero dovuti trasformare in frutti sono stati «bruciati» dal freddo. Anneriti prima di cadere a terra.
Il Consorzio difesa produttori agricoli (Codipra) presso il quale i frutticoltori si sono assicurati, prevede di liquidare un importo pari a 130 milioni di euro. Somma alla quale andranno aggiunti 8,5 milioni di euro per coprire la quasi totalità delle spese che le oltre 20 cooperative frutticole trentine dovranno sostenere per il mantenimento delle strutture di conservazione che in larga maggioranza rimarranno vuote. I Consorzi (in particolare Melinda e La Trentina) ipotizzano infatti che il raccolto del prossimo autunno subirà una flessione dei tre quarti rispetto alla media degli ultimi anni. E ciò che si è salvato non sempre raggiunge i parametri di bellezza che il consumatore immagina di trovare sui banchi del supermercato. In molti casi, infatti, il freddo ha lasciato sulle mele il segno distintivo del suo passaggio: un anello di ruggine sulla buccia. A questo si aggiunge la grandine scesa in alcune località della Val di Non.
«Quest'anno andremo ad effettuare tra le 70 e le 80mila perizie, una per ogni particella assicurata tenendo conto delle diverse varietà di frutta coltivata anche all'interno degli stessi appezzamenti» riferisce il presidente Giorgio Gaiardelli - riconfermato lo scorso giugno alla cloche di Codipra - che sta seguendo con attenzione la situazione e viene costantemente aggiornato sui risultati delle perizie. «Una mole di lavoro straordinaria - osserva -. Contiamo di concludere il lavoro a ridosso del periodo dei conferimenti nei magazzini». Per questo motivo i periodi stanno lavorando alacremente, concentrandosi per il momenti sulle zone in cui il danno è compreso tra il 90 e il 100%, ossia su oltre il 50 per cento della superficie frutticola assicurata.
«Secondo le nostre stime, che coincidono a quelle del consorzio Melinda, in Val di Non la produzione sarà ridotta al 25%» riferisce Gaiardelli. Il valore assicurato in Anaunia ammonta a 170 milioni di euro, e tenendo conto delle franchigie probabilmente Codipra liquiderà un importo attorno a 100 milioni. Anche in Valsugana il raccolto sarà in calo del 75%: il valore assicurato è di 13 milioni di euro e presumibilmente sarà liquidata una cifra di circa 10 milioni di euro. I danni alla viticoltura al momento appaiono difficilmente stimabili. Sull'asta dell'Adige e nel Trentino meridionale è stata assicurata una produzione di 57 milioni. «Finché non saranno concluse le perizie, queste cifre rimangono delle stime che assumeranno contorni più definiti in autunno» evidenzia Gaiardelli. Cifre che si riferiscono al danno legato alla quantità di prodotto perso e non sulla qualità. Una parte del raccolto, come detto, porta infatti i segni del gelo sotto forma di strisce di ruggine e un'altra parte è stato colpito dai chicchi di ghiaccio (in particolare nella zona del Mezzalone e della Terza Sponda oltre che a Mechel).
Il presidente del Consorzio di difesa tiene inoltre a evidenziare la serietà delle compagnie assicurative convenzionate: «Me lo hanno chiesto in tanti tra i nostri soci ? afferma ? ma ho rassicurato tutti, perché non ci saranno problemi sul fronte delle liquidazioni. Per accedere ai risarcimenti le aziende dovranno raggiungere una soglia del 30%, superata la quale la percentuale della franchigia decresce fino al 10%. Sul danno da gelo verrà sottratto un ulteriore 20%, in quanto si tratta di danni catastrofali». Il valore assicurato per ogni singolo chilo di mele è stato fissato a livello nazionale dall'Ismea, l'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, e ammonta a 50 centesimi. Tenendo conto delle franchigie, agli agricoltori che hanno subito un danno del 100% saranno liquidati 36 centesimi al chilo. «L'assicurazione non è mai un affare» commenta il presidente Gaiardelli.
Bisogna poi tener conto del danno da mancato prodotto delle oltre 20 cooperative frutticole trentine, le quali possono accedere a un fondo mutualistico ad hoc.