In Itas 12,5 milioni di debito nascosto La Vigilanza: troppi buchi nei controlli
L'apporto al fondo di garanzia di 12,5 milioni di euro proveniente da Vhv Allgemeine Versicherung, uno dei partner tedeschi di Itas Mutua, non era nuovo capitale ma un prestito che la compagnia di Hannover ovviamente si aspetta che venga restituito. Il nuovo vertice Itas a guida Fabrizio Lorenz , quindi, ha dovuto rettificare gli ultimi bilanci mettendo in conto 12,5 milioni in più di debiti. La cifra, pur rilevante, non impatta sulle grandezze fondamentali di Itas e sulla solidità della compagnia trentina, che ha un patrimonio netto superiore ai 300 milioni. Ma la notizia, emersa durante recenti incontri con i delegati, ha lasciato di stucco i rappresentanti dei 900 mila soci assicurati: come è possibile aver fatto una così clamorosa scorrettezza contabile?
A questo si aggiunge il pressing dell'Ivass, l'Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni, che nelle ultime comunicazioni all'Itas ribadisce la sua diagnosi sullo scandalo che ha coinvolto l'ex direttore generale Ermanno Grassi : c'erano troppi buchi nei controlli, il comitato esecutivo non controllava il direttore generale, controllori e controllati erano le stesse persone. L'Istituto guidato dal direttore generale della Banca d'Italia Salvatore Rossi chiede di accelerare sul cambio di assetti di governo o, come si usa dire oggi, di governance: un amministratore delegato diverso dal direttore generale, più competenze e professionalità e meno rappresentanza territoriale in consiglio di amministrazione.
In questo quadro, tra i delegati cresce lo sconcerto per la gestione disinvolta non solo dell'ex direttore Grassi ma anche dell'ex presidente Giovanni Di Benedetto , che ha portato a danni reputazionali, e, a quanto pare, pure a irregolarità contabili. Come cresce la richiesta di un vertice che abbia le caratteristiche di competenza, onestà, cura del territorio, di un'Itas con il cuore e la testa qui ma proiettata su scala nazionale.
Aumentano quindi le chance della proposta «alternativa» lanciata dall'avvocato Andrea Girardi , che chiede di voltare pagina, anche al vertice, nella compagnia. Tuttavia lo stesso progetto di svolta di Girardi & c., che sottolinea il recupero dei valori mutualistici e cooperativi, dovrà confrontarsi con la spinta che arriva da Roma e che, per certi versi, somiglia al pressing di Bankitalia sulla riforma del credito cooperativo: mutualismo sì ma in un quadro di maggiore managerialità e solidità.
Vhv Allgemeine Versicherung è una grossa società tedesca di assicurazioni e riassicurazioni che è entrata in Itas come socio sovventore nel 2012 con un apporto di 2,582 milioni al fondo di garanzia (capitale) della Mutua. Nel febbraio 2016 Vhv ha effettuato un nuovo versamento di 12,5 milioni, classificato anch'esso come patrimonio. Non era così però. L'accordo con la compagnia tedesca prevedeva che questo apporto avesse la natura di un prestito. Ma solo ora il caso è venuto alla luce.
La riclassificazione dei 12 milioni come debito non cambia i parametri fondamentali di solidità dell'Itas. L'anno si concluderà con risultati meno brillanti del solito, ma per motivi di operatività ordinaria, in particolare a seguito dei consistenti pagamenti per i danni da grandine e maltempo all'agricoltura, che ammontano a circa 20 milioni.