Aziende «fredde» sul bando Not, nessuno si fa avanti
Ma, alla fine, alla scadenza dei termini per presentare le offerte, quante saranno le cordate in gara per il Not, il Nuovo ospedale trentino 2018? E, soprattutto, ci saranno offerte? Sui contenuti del procedimento, la Provincia ha posto la riservatezza. Riservatezza sugli atti per il rinnovo della gara mediante finanza di progetto, riattivata l'1 ottobre scorso con la determinazione del dirigente del Dipartimento infrastrutture e mobilità. Trattandosi di un project financing , tocca ai raggruppamenti d'impresa coinvolti presentare un progetto per la costruzione e la gestione del Nuovo ospedale.
Il termine per la presentazione dei progetti scade il prossimo 20 febbraio. Ma fino ad ora regna la massima incertezza e nessuna offerta è arrivata. Incertezza al punto che tra le imprese si fa insistente la voce che la Provincia possa arrivare alla rinuncia della gara. Sarebbe clamoroso, viste le vicissitudini e il percorso irto di ricorsi che hanno accompagnato i due primi tentativi (il primo Not messo a gara nel 2011 e il tentativo del concorso di progettazione del Pst - Polo sanitario trentino del 2016).
La Provincia ha preso atto della sentenza del Consiglio di Stato del 22 febbraio 2018, che ha fissato i principi di riferimento per ripartire dalla gara bandita nel 2011, da «rinnovare» dalla fase, ritenuta legittima, delle offerte. Nella sostanza, sempre con il ricorso alla finanza di progetto, sono ritornati in gioco i quattro raggruppamenti della gara originaria, capitanati da Cmb scarl, Pizzarotti & C spa, Impregilo spa e Impresa di Costruzione ing. Mantovani spa. Con la citata determina dell'1 ottobre, la Provincia ha «prenotato» 148,5 milioni. In gioco, tra costruzione e gestione-manutenzione (per 25 anni, ad un canone di 60 milioni all'anno), ci sono sono 1,64 miliardi di euro). Ma, appunto, la questione è quanto le imprese originarie (una trentina quelle trentine coinvolte nelle quattro cordate) siano disposte a «giocare»? Qualcuna è fallita, qualcun'altra è in concordato, altre non esistono più.
Partiamo dalla voce sul possibile ritiro da parte della Provincia. A smentirla è il direttore generale, Paolo Nicoletti : «Non è così. Poi è chiaro che, se fra un mese nessuno si fa avanti e c'è calma piatta, un ragionamento lo dovremo fare. Non ora, però». Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti aggiunge: «Non ne so nulla». Nemmeno della difficoltà delle aziende a partecipare? «Se c'è qualche azienda che non partecipa, di certo non è colpa mia. Del resto non ho notizia di problemi anche perché, a gara aperta, me ne sto il più lontano possibile. Il bando del nuovo ospedale è stato fatto dalla precedente amministrazione e non ci metto becco». Trapela che le difficoltà siano legate alle richieste cui le imprese devono rispondere... «Ripeto» dice Fugatti «è una procedura delle precedente Giunta e non entro nel merito. Il termine per la presentazione delle offerte è vicino, lasciamo andare le cose e vediamo cosa succede».
Giulio Misconel , presidente della Associazione trentina dell'edilizia Ance, osserva: «La situazione di incertezza oggi coinvolge tutte le imprese di costruzioni italiane. Nel caso del Not, ci sono situazioni di difficoltà, come quella di Astaldi. Credo che, alla fine, al di là di come è fatto il bando, qualche impresa parteciperà, perché c'è bisogno di lavorare». Quali sono i problemi più rilevanti? «Sono due» risponde il rappresentante delle aziende edili trentini «innanzitutto le decine di milioni di finanziamento da mettere sul piatto per partire: la difficoltà è trovare la banca che finanzia il piano; il secondo è dato dalle aziende che non fanno più parte dei raggruppamenti, quelle interne alla cordata coinvolte per prestazioni specialistiche».
Misconel fa parte della cordata guidata da Cmb. Parteciperete alla gara? «Stiamo valutando con attenzione».