I timore del sindacato sull'appalto acque reflue
La qualità e l’efficienza del servizio di depurazione delle acque reflue sono a rischio, così come le tutele occupazionali per i lavoratori.
A minacciarle, secondo Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm, è l’attuale formulazione del capitolato, che favorisce certo «il risparmio sui costi rispetto ai contenuti dell’offerta tecnica», ma - questo il timore dei sindacati «a possibile discapito di qualità ed efficienza del servizio e delle tutele occupazionali per i lavoratori».
Nel nuovo capitolato di appalto per il servizio di gestione e custodia degli impianti di depurazione della provincia di Trento, si spiega in una nota, sono «venute meno le prerogative che nel precedente bando valorizzavano nell’aggiudicazione della gara (del valore di circa 90 milioni di euro e con un impatto occupazionale di circa 200 dipendenti nei tre bacini) contenuti e qualità sostanziale dell’offerta tecnica. Gli attuali standard di servizio e gestione degli impianti di depurazione trentini, il modello organizzativo e la professionalità del personale addetto, garantiscono oggi al nostro territorio notevoli standard di efficienza, resa degli impianti e una qualità di trattamento biologico delle acque reflue coerente con le esigenze di una provincia a forte vocazione ambientale e turistica e costituiscono un patrimonio che non può essere sacrificato in ragione di valutazioni di mero risparmio economico».
No, dunque, alla logica del massimo ribasso che, temono i sindacati, sembra prendere piede anche in questo ambito molto delicato: «Con l’attuale formulazione del capitolato, non solo il punteggio relativo alla valorizzazione degli elementi qualitativi dell’offerta è stato ridotto al minimo previsto dal vigente Codice degli appalti (dal 75 al 70%), ma venendo meno la necessità di rendicontare con specifica relazione gli aspetti di qualità di servizio di gestione e custodia degli impianti anche relativamente alle caratteristiche estetico-funzionali, di accessibilità, certificazioni in materia di sicurezza, caratteristiche sociali, ambientali, di risparmio energetico e innovazione (tutti criteri peraltro esplicitamente previsti dal già citato Codice degli appalti), si teme che l’aggiudicazione venga di fatto determinata dalla percentuale di ribasso economico.
Il che costituirebbe di fatto un aggiramento del principio di offerta economicamente più vantaggiosa, favorendo offerte ispirate ad una logica del massimo ribasso. Preoccupa inoltre la nuova formulazione dei requisiti richiesti per la predisposizione dei laboratori di analisi (essenziali per garantire un costante e preciso monitoraggio della qualità del trattamento delle acque), la cui collocazione potrà non essere nel territorio provinciale, con implicazioni sia in termini di garanzie di tempestività e qualità delle analisi che di tutela occupazionale per i lavoratori trentini ad oggi coinvolti».