Cassa Centrale Banca accelera su riorganizzazione e ulteriore cessione di crediti deteriorati
La trentina Cassa Centrale Banca che con il primo gennaio ha dato vita ad un gruppo che riunisce 80 banche di credito cooperativo, mette in cantiere con l’autunno un aggiornamento del piano industriale, confermandone come orizzonte temporale il 2021.
L’istituto prevede poi una ulteriore accelerazione sul fronte degli npl (non performing loans, i crediti insoluti per difficoltà dei debitori) dopo che negli ultimi tre anni, ne ha ceduti per 3 miliardi di euro.
«Avevamo un target Npe ratio (Non performing exposures, cioè l’esposizione ai suddetti crediti deteriorati) lordo all’8,8%, stiamo lavorando per migliorarlo, si ragiona sul benchmark europeo tra il 5 e il 7%», spiega l’a.d Mario Sartori presentando il bilancio 2018 chiuso per l’holding con 97 milioni di utile e per l’aggregato (che comprende le Bcc che hanno aderito al neogruppo) a quota 308 milioni di euro.
A fine 2018 Cassa Centrale aveva un’incidenza dei crediti deteriorati lordi al 12,9% (in anticipo rispetto al target del 13,5%) e oggi è al 10,6%-10,7%. Entro fine anno verrà chiusa l’annunciata cartolarizzazione di 700 milioni di Npl e la cessione di un portafoglio da 300 milioni.
«Stiamo valutando di mettere mano ad una forte riorganizzazione industriale con un piano strategico disegnato con le nostre banche», sottolinea Sartori ricordando che ai primi di maggio c’è stato un primo incontro con i sindacati «costruttivo, sereno» e «preliminare» al tavolo che si aprirà con l’aggiornamento del piano.
Nel frattempo Sartori esclude «qualsiasi ipotesi di quotazione» mentre per quanto riguarda il capitolo M&A l’a.d rileva che «i numeri di successo» del gruppo «non sono per un esercizio muscolare» ma vogliono «dire che il progetto è credibile» e che «la nostra sfida» è l’evoluzione del modello «mantenendo il nostro sistema valoriale». Quanto, invece, alla quota in Iccrea (diluita al 18%) «auspichiamo una soluzione condivisa», dice il presidente, Giorgio Fracalossi.