Appalto dei buoni pasto in tilt i ristoratori trentini attaccano: "l'avevamo detto a Fugatti, ma..."
L'appalto provinciale per la fornitura del servizio buoni pasto ai dipendenti pubblici è in lto mare: dopo la gara, la ditta vincitrice ha dovuto dare forfait a causa dell'ostracismo degli esercenti trentini. Troppo alte - sec ondo barist ie ristoratori - le commissioni applicate, e tutto si è bloccato perché non vi sono altre aziende fornitrici disponibili.
Sul caso torna oggi l'Associzione Ristoratori del Trentino, con una dichiarazione del suo presidente Marco Fontanari. "Sono le imprese della ristorazione e di pubblico esercizio a pagare i ribassi previsti dal bando provinciale per l’assegnazione dei buoni pasto per i dipendenti pubblici della Provincia di Trento". È netta la posizione dell’Associazione. Una posizione per altro non dell’ultima ora ma messa nera su bianco già a febbraio scorso con una lettera indirizzata al presidente Fugatti dove si lanciava l’allarme per un bando iniquo e si chiedevano correttivi per non penalizzare la categoria.
«Le nostre critiche ed i nostri dubbi – spiega il presidente Marco Fontanari – erano più che fondati, quando ad inizio anno abbiamo fatto notare al presidente Fugatti che questo bando andava a colpire in primis le aziende che avrebbero erogato il servizio, cioè ristoranti e pubblici esercizi, e subito dopo gli utenti del servizio. Avevamo pronosticato che non sarebbero stati in molti gli imprenditori disposti a sottoscrivere la convenzione ed infatti è ciò che è successo: l’aggiudicatario del bando non è riuscito a mettere insieme una proposta valida proprio perché eccessivamente penalizzanti le condizioni previste dal bando».
«Certamente – prosegue Fontanari – ci dispiace per i dipendenti pubblici, ma, ferma restando la libertà di ciascun imprenditore di fare le proprie valutazioni sui propri conti, come Associazione sconsigliamo vivamente di sottoscrivere questa convenzione a queste condizioni inique. Io stesso ho rifiutato la sottoscrizione e così consiglio anche a tutti i colleghi. Da un lato fa piacere notare la compattezza della categoria, che ha fatto muro contro questa impostazione, dall’altro si tratta di una omogeneità che conferma l’ovvio: con quei numeri nessuna azienda è in grado di garantire un servizio adeguato».
«Il problema è noto anche a livello nazionale e la stessa FIPE, la nostra federazione nazionale, si è espressa in merito. Ora speriamo che la politica – con cui abbiamo avviato un dialogo – prenda in mano la situazione e riveda questo bando: così com’è non va bene e se non sarà annullato, è comunque destinato al fallimento».
«Qualche anno fa – conclude Fontanari – l’allora presidente della nostra Associazione Danilo Moresco, ora presidente onorario, assieme a Confcommercio Trentino aveva dato vita ad una società di emissione di buoni pasto proprio per cercare di risolvere un problema che per gli esercenti è sempre stato presente. Allora la cosa venne vista con un certo scetticismo, ora si può dire che fu una scelta lungimirante. Ecco, la vicenda del bando provinciale potrebbe essere l’occasione per dare il via ad una profonda riforma del sistema dei buoni pasto».
All'allarme si associa la Fipe, Federazione nazionale dei pubblici esercenti: "È di questi giorni la pubblicazione del nuovo bando Consip ed. 9 per l’aggiudicazione dei buoni pasto ai pubblici dipendenti. Fipe conferma le sue preoccupazioni sull’impostazione della gara, che sarà ancora aggiudicata con il criterio dell’offerta economicamente più significativa.
Prendiamo atto che la componente economica sia stata ridotta nei criteri di aggiudicazione, ma il rischio è che, ancora una volta, i concorrenti siano obbligati a richiedere commissioni insostenibili per la rete degli esercizi convenzionati, per scaricare a valle gli sconti proposti in gara.
Ricordiamo come non sia passato neppure un anno dal fallimento, con ipotesi di reato, che ha portato all’arresto di Gregorio Fogliani, Presidente e fondatore di Qui! Group e alla crisi di migliaia di imprese che, pur avendo fornito correttamente il servizio, non hanno ancora visto riconosciuti i loro legittimi crediti, con rischi sulla tenuta economico-finanziaria di molti esercizi convenzionati.
Fipe non smetterà di salvaguardare gli interessi dei propri associati e se le scandalose commissioni rimarranno quelle di Consip 8, e cioè anche oltre il 20%, sconsiglierà ai propri esercizi associati di accettare i buoni pasto, consigliando di uscire dalle convenzioni. Ci dispiace per i pubblici dipendenti, ma è intollerabile che lo Stato faccia risparmio pubblico sulla pelle e a scapito delle imprese della ristorazione. Il mercato dei buoni pasto, come segnaliamo da anni, va velocemente riformato, perché altrimenti rischia di implodere. In attesa di un intervento normativo della Politica, che continua a non dare risposte, questo è l’unico disarmante modo per porre fine a una situazione ormai insostenibile e inaccettabile".
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