Mercatini di Natale a rischio commercianti in allarme, ma senza Apt, può farli Cti
I Mercatini di Natale a Trento rischiano di saltare però Massimo Piffer, vicepresidente di Confcommercio Trentino, non è preoccupato.
È l’unico, per la verità, perché gli altri lo sono eccome. Ma Piffer è uno che conta: il suo parere pesa, i suoi suggerimenti sono ascoltati e spesso raccolti. E se dice che la “bacchettata” dell’Antitrust alla Provincia non porterà alla cancellazione dell’evento invernale del capoluogo c’è da fidarsi.
L’Antitrust sostiene che la norma che consente all’Apt di gestire direttamente i Mercatini danneggia la concorrenza? Vorrà dire che li gestirà qualcun altro. Semplice, non vi pare?
«Non sono preoccupato», esordisce Massimo Piffer. «Vedrete che i Mercatini non verranno cancellati. Se l’Apt, per le ragioni evidenziate dall’Antitrust, non sarà legittimata a organizzarli, vorrà dire che li organizzerà qualcun altro. Penso, in primis, al Consorzio Trento Iniziative. E ci sono anche le associazioni di categoria».
Piffer, comunque, non vuole mettere il carro davanti ai buoi: «Le regole vanno rispettate, questo è ovvio, ma non vedo la possibilità che non siano state rispettate. In ogni caso - dovesse servire - si troverà la formula, si troverà un “collante” per portare avanti l’iniziativa. Faremo di tutto, nel rispetto dei fornitori e dei partecipanti. I Mercatini sono un evento consolidato».
Ma Piffer è la mosca bianca, come abbiamo detto. Le altre mosche sono nere. Nerissime. In tutti i sensi.
«Buttare all’aria tutto sarebbe una follia», ingrana la quarta Massimiliano Peterlana, vicepresidente di Confesercenti del Trentino. «Ci è voluto tanto tempo per rilanciare la città di Trento: non possiamo permettere che vada tutto all’aria solo perché uno si sveglia la mattina e dice le sue stupidaggini».
Peterlana non lo nomina - non lo farà nessuno degli interpellati - ma la persona cui si riferisce non può che essere Agostino Carollo, l’organizzatore di eventi e musicista roveretano che ha sollevato il caso. «Un privato può fare delle proposte: ovvio», riparte Peterlana. «Anzi, i privati le stanno già facendo! Ma, appunto, dev’esserci una proposta. E io, fin qui, vedo solo fuffa e nessun contenuto. Vedo un soggetto che viene esplicitamente a distruggere un progetto senza proporre un’alternativa. Dire “voglio la piazza perché la piazza è di tutti” mi pare un discorso povero. Senza un progetto importante, senza una condivisione, senza una sinergia con le associazioni di categoria non si va da nessuna parte».
La situazione è allarmante, insiste Peterlana, ai Mercatini mancano meno di tre mesi e in più il primo semestre dell’anno è stato negativo dal punto di vista dei consumi. «Se il futuro dei Mercatini verrà deciso da una sentenza ne prenderemo atto. Vabbè», chiude il vicepresidente di Confesercenti del Trentino.
«Sarebbe una tragedia se i Mercatini saltassero», taglia corto Alessandro Dietre, proprietario a Trento di Ristorante Loto, Bar bistrot Plan e Ristorante Tipico. «Cosa verrebbero a fare i turisti? Diciamo la verità: i Mercatini sono il più grande ristorante all’aperto della storia. Se il prossimo Natale a Trento fosse senza questo evento ci riderebbero dietro fino a Napoli! Se lo immagina, lei? Crolla mezza Trento! Perché i Mercatini sono un bene comune», scandisce le parole, con forza, l’imprenditore.
«Dicono che ne sapremo di più tra due settimane: ma saremo già a metà settembre... Spero ci sia un’autorità sopra tutte le altre che possa decidere bene e in fretta», dice Dietre. E conclude: «Facciamo finta che questo soggetto abbia ragione: si calmi e ne parliamo a gennaio. Questo voglio dirgli».
Walter Botto è il proprietario di Caffè Tridente, Pizzeria Duomo e Bar Pasi. E parla, incredulo, di Carollo: «Questo personaggio si rende conto della responsabilità che s’è preso? Fossi in lui non riuscirei a dormire», ride forte. «Possiamo discutere su tutto senza danneggiare il prodotto», riprende. «I Mercatini hanno una ricaduta economica mica da ridere. Non voglio neanche pensare che Trento possa perderli».
Ma Botto non ha dubbi: «Le procedure sono state sempre rispettate. S’è adoperata la massima attenzione, non è stata aggirata nessuna norma. Peraltro l’Italia è una giungla di regole. Il nostro è il Paese perfetto per far perdere del tempo alla gente». E l’ultima riflessione è venata d’amarezza e rabbia: «L’inverno a Trento è un periodo triste. I Mercatini salvano i 6 mesi invernali. Per un mese e mezzo hotel e bed and breakfast sono pieni. Lavorano tutti, anche in periferia. Sarebbe uno scandalo se Trento, la città del Natale, perdesse questo evento».
Niko Marzari, titolare della trattoria Tre Garofani, fa un discorso che parte dai Mercatini, passa per la crescita economica striminzita dello “zero virgola”, in Trentino, nel 2019, e arriva alla crisi di governo, che non porta bene al commercio. Secondo lui.
«Questa cosa dei Mercatini e dell’Antitrust mi preoccupa», sospira. «Mi dispiace per l’assessore, che sta lavorando estremamente bene. Mi dispiace per l’Apt». Poi riflette: «Ci sta che uno dica: ho un progetto. Ma a quel punto lo devi condividere. Con la cooperazione si va molto più lontano. L’abbiamo inventata noi, la cooperazione!», rivendica orgogliosamente.
Marzari si sofferma sulle regole: «Il Comune di Trento è il più rigido d’Italia in materia di rispetto delle regole della concorrenza e del mercato. Siamo più rigidi degli altoatesini!». Poi “parla” a Carollo: «Spero che il protagonista di tutta questa storia venga a più miti consigli».
I Mercatini sono fondamentali in vista delle incombenze fiscali di fine anno, sostiene Marzari. «I primi 6 mesi dell’anno sono stati a “crescita zero”, c’è lo spauracchio dell’aumento dell’Iva e a tutto questo s’è aggiunta la crisi di governo. Faccio questo mestiere da 35 anni», conclude, «e quando c’è una crisi di governo, quando ci sono le elezioni in vista, Trento si ferma. Posso assicurare che è così. Dura un mese: la gente non spende, come vivesse in un tempo sospeso».
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