Casse rurali: primo semestre 2019 da record Per il gruppo Cassa Centrale Banca utile di 159 milioni
Il gruppo Cassa Centrale Banca e le sue 80 Casse rurali e banche di credito cooperativo fanno il botto nel primo semestre 2019: l’utile semestrale consolidato è pari a 159 milioni di euro. Le sole Rurali trentine ottengono 40 milioni di utile, rispetto ai 25 milioni del primo semestre 2018 e agli 8 milioni di metà 2017. E questo è il trend un po’ di tutti i territori. Il gruppo rafforza ancora il patrimonio, arrivato a 6,7 miliardi con un indice di solidità (Cet1 ratio) record al 19,63%. Bene la raccolta di risparmio che sale a 54,4 miliardi, con il boom del risparmio gestito che supera i 10 miliardi: +18% in un anno. I crediti restano stabili a 40,1 miliardi, con qualche debole segnale di ripresa dopo la gelata degli ultimi anni.
PATRIMONIO RAFFORZATO
La semestrale 2019, resa nota da Cassa Centrale nelle comunicazioni agli investitori, è il primo vero e proprio bilancio consolidato. Il gruppo infatti è partito all’inizio di quest’anno e i risultati 2018 sono ancora semplicemente dati aggregati. Comunque il balzo degli utili c’era stato già nei conti annuali: 308 milioni di risultato complessivo 2018, di cui 101 milioni di capogruppo e società controllate. Gli utili rafforzano il patrimonio delle Bcc, a garanzia di tutto il gruppo. Un altro indice di solidità, il Total capital ratio, che considera anche il patrimonio addizionale rispetto a capitale e riserve, arriva oggi per il gruppo al 19,70%, rispetto al 10,50% minimo chiesto dalla Bce. Risorse che servono anche al piano di espansione di Ccb, in primo luogo la scalata a Carige.
RURALI TRENTINE SUGLI SCUDI
Il risultato semestrale delle venti Casse rurali trentine è da record: circa 40 milioni, il 60% in più del primo semestre 2018. Tra le Rurali maggiori, Alto Garda, che ha il patrimonio più elevato tra le Casse, chiude il primo semestre in linea col 2018, quando l’utile semestrale era stato di 7,8 milioni, e le aspettative sono di un risultato annuale analogo (nel 2018 è stato pari a 11,2 milioni). Trento ottiene un risultato molto superiore all’intero utile 2018: circa 7 milioni. Questo non vuol dire che a fine anno guadagnerà il doppio. Anzi, le risorse sono state accumulate in vista delle spese per l’ipotizzata fusione con la Rurale di Lavis Mezzocorona Valle di Cembra, comprese quelle per gli esuberi tra il personale che, come nelle altre fusioni, diventeranno prepensionamenti sostenuti dal Fondo occupazione. Lavis, dal canto suo, chiude il semestre con 1,2 milioni di utile.
ROVERETO VERSO IL RISANAMENTO
La Cassa Rurale Alta Valsugana chiude la semestrale con un super utile di 5,4 milioni. Valsugana e Tesino fanno 4,6 milioni di risultato (l’Adige del 13 agosto). Giudicarie Valsabbia Paganella è attorno ai 5 milioni. La Rurale Vallagarina (Ala) ottiene un utile di 2 milioni (l’Adige del 27 luglio). La Cassa di Rovereto, con cui Ala dovrebbe fondersi, chiude il semestre in perdita per spesare ancora crediti deteriorati, ma punta al risultato positivo a fine anno. Sarebbe la conclusione della missione di risanamento di Geremia Gios, che a quel punto lascerebbe la presidenza.
CREDITI IN VIA DI GUARIGIONE
A proposito di crediti deteriorati, il gruppo Cassa Centrale ha crediti malati sul totale dei prestiti sotto l’11%, che diventa il 5,7% al netto degli accantonamenti per copertura di sofferenze e inadempienze probabili. L’obiettivo, in linea con le indicazioni europee, è scendere sotto il 7% entro il 2021. Al calo stanno contribuendo sia i recuperi da parte delle singole Bcc che le cessioni coordinate da Cassa Centrale e dalla sua società specializzata Centrale Credit & Real Estate Solutions. L’ultima, per un totale di 345 milioni di prestiti in sofferenza di cui 80 milioni trentini, è stata chiusa a luglio.
L’IMPENNATA DEL RISPARMIO
La raccolta diretta da clientela del gruppo Ccb si attesta a giugno a 54,4 miliardi, rispetto ai 53,4 miliardi di fine 2018. Ma l’impennata vera e propria si registra nel risparmio gestito. A fine giugno il patrimonio gestito da Cassa Centrale tocca i 10 miliardi 180 milioni di euro, 1 miliardo e mezzo in più di un anno prima pari ad un incremento del 18%. In particolare, le gestioni patrimoniali sono cresciute in dodici mesi da 5,8 a 6,8 miliardi. Il fondo di investimento Nef è passato da 2,8 a 3,4 miliardi. Il segmento etico ha superato i 600 milioni.
PICCOLI SEGNALI SUI PRESTITI
Gli impieghi alla clientela del gruppo Ccb, al netto delle sofferenze, ammontano a metà anno a 40,1 miliardi. A fine 2018 i crediti lordi, comprese cioè le sofferenze, erano a 44 miliardi. Quello dei prestiti, soprattutto alle imprese, è un tasto dolente non solo delle banche coop ma di tutto il sistema bancario. In Trentino, tuttavia, qualche segnale di ripresa emerge, dalla Valsugana all’Alto Garda, dove si sveglia perfino l’immobiliare inteso come ristrutturazioni e riqualificazioni del patrimonio esistente.