In arrivo tamponi rapidi per le aziende in Trentino
Il protocollo è alle porte (dovrebbe arrivare entro mercoledì), la “corsia” dedicata alle aziende praticamente pronta: il lavoratore che si sospetta possa essere positivo - perché un parente lo è, o un amico con cui si è entrati in contatto - verrà tamponato immediatamente e se risulterà negativo potrà tornare subito al lavoro, con gran sollievo pure dell’azienda stessa, e, di riflesso, di Confindustria e il suo direttore generale Roberto Busato.
«Chiedevamo che nel momento in cui il test sierologico di un lavoratore facesse pensare a una positività le aziende avessero un canale privilegiato per poter effettuare - tempo un giorno, massimo due - il tampone».
Busato, pare che la vostra richiesta sia stata accolta.
«Abbiamo raggiunto in questo senso un accordo verbale con il dottor Paolo Bordon, direttore generale dell’Azienda sanitaria del Trentino».
Facciamo l’esempio di un lavoratore che abbia un parente positivo.
«A questo punto la prassi vuole che l’unità produttiva metta in atto tutte le misure previste dai protocolli».
In sostanza, al lavoratore entrato in contatto con la persona positiva viene detto di rimanere a casa.
«Giusto. Noi, però, abbiamo bisogno che questo lavoratore venga sottoposto a tampone al più presto: nell’arco di un giorno, massimo due».
Le industrie hanno questa esigenza, evidentemente.
«E affinché i test dessero maggiori garanzie, la nostra richiesta - fin dal principio - è che tutto potesse essere fatto in accordo con l’Azienda sanitaria».
Confindustria è in stretto contatto con l’Azienda sanitaria.
«In due o tre giorni, infatti, verrà definita la procedura da seguire d’ora in poi».
Entro mercoledì, dunque.
«Nei primi giorni di questa settimana dovremmo riuscire a siglare il protocollo con l’Azienda sanitaria. Il tutto per venire incontro alle imprese».
Quanti saranno i centri a disposizione del lavoratore che dovrà essere sottoposto a tampone?
«Due. A seconda di dove si trovi l’unità produttiva, il lavoratore verrà inviato a Trento o a Rovereto presso le strutture dell’Azienda sanitaria».
Quante sono, al momento, le aziende che sottopongono a test i propri dipendenti?
«Qualche azienda, privatamente, ha acquistato i test sieroloigici, ma sono poche. Dalle industrie era arrivata in queste settimane la richiesta di acquisire i test sierologici: siamo in contatto, infatti, con società da fuori provincia che li possono vendere, ma anche con laboratori trentini che potrebbero metterli a disposizione delle aziende. Ma alla fine è il tampone che dà la certezza della non positività, e l’accordo stretto con l’Azienda sanitaria è la soluzione migliore per tutti».
Questo è ovvio.
«La soluzione che dà più garanzie».