Turismo, l'estate trentina una boccata d'ossigeno: in testa il Garda
La stagione 2021 è stata, per arrivi e presenze, a quella record del 2019, grazie soprattutto ai mesi di agosto e settembre. Due terzi degli ospiti erano italiani, dopo la zona del lago si collocano la Val di Fassa e la Paganella
TRENTO. L'andamento era noto: la stagione estiva 2021 è stata decisamente buona e vicina, in termini di arrivi e presenze, a quella record del 2019, grazie soprattutto ai mesi di agosto e settembre.
Ora però i dati sono completi e dicono anche che il Garda trentino è stato ancora una volta l'ambito leader per gli arrivi per quanto riguarda gli alberghi, precedendo la Val di Fassa e la Paganella.
Interessante anche distinguere il peso che hanno gli hotel rispetto ad altre forme di ospitalità.
I dati presentati dalla Provincia sulla stagione estiva parlano dunque di 2,4 milioni di arrivi per un totale di 12,30 milioni di presenze nelle varie tipologie di alloggio.
Come detto, a fare la parte del leone sono gli alberghi che complessivamente per i mesi tra giugno e settembre hanno cumulato 1,47 milioni di arrivi con una punta di 523.829 arrivi solo nel mese di agosto.
Per quanto riguarda le presenze in albergo, nel periodo estivo sono state complessivamente 6,03 milioni.
Guardando ad altre tipologie delle strutture di accoglienza, l'extralberghiero ha invece cumulato 679.014 arrivi e 3,28 milioni di presenze, lasciando agli alloggi privati 277.113 arrivi e 2,98 milioni di presenze.
È possibile analizzare con un ulteriore dettaglio il comparto extralberghiero, considerando che il prodotto che ha riscosso maggiore favore è stato quello legato alla natura e alla vita all'aria aperta.
Lo testimonia il fatto che campeggi, agritur ed altre tipologie di alloggi rurali hanno assommato 360.865 arrivi e 1,92 milioni di presenze. Un dato che racconta la bontà della scelta di differenziare il più possibile l'offerta.
Considerato il blocco della stagione invernale che si è verificato lo scorso anno, è difficile paragonare l'andamento dei primi dieci mesi dell'anno tra il 2020 e il 2021.
Nel 2020, infatti, la stagione della neve visse infatti su valori da record mentre l'estate contribuì solo in parte a risollevare il comparto turistico dopo mesi di lockdown.
Sicuramente più interessante analizzare invece i risultati ottenuti dai singoli ambiti turistici tra gennaio e ottobre 2021.
In questo caso, sono disponibili i dati del settore alberghiero.
Ad attrarre maggiormente, pensando a un anno senza inverno, è stato il Garda trentino, che comprende anche Ledro e Comano, che ha cumulato oltre 334.000 arrivi per complessivi 1,21 milioni di presenze.
Piuttosto distante la prima delle mete di montagna, la Val di Fassa, che comunque è giunta quasi a 242 mila arrivi. Soprattutto, però, la permanenza media in questo ambito è risultata superiore rispetto a quella registrata sul Garda, considerato che le presenze dei primi dieci mesi hanno superato comunque gli 1,2 milioni.
Come accenato in apertura, il terzo posto per arrivi lo ha conquistato l'ambito della Paganella che offre anche la proposta del lago di Molveno. Qui, puntando soprattutto su un turismo familiare, si è giunti oltre i 152 mila arrivi per un totale di quasi 708 presenze nei quattro mesi considerati. Ancora un passo sotto e troviamo le valli di Sole, Peio e Rabbi con 125 arrivi e 589 presenze che precede Campiglio, Rendena e Giudicarie che insieme hanno toccato113 mila arrivi e 490 presenze.
Buono anche il riscontro per l'ambito di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi che ha attirato 112 mila arrivi, ma con 248 mila presenze.
Segno di una permanenza media nella zona piuttosto ridotta come in effetti c'è da attendersi in una realtà che comprende una città.
Succede così che l'ambito Fiemme, Piné e Cembra, che ha registrato 106 mila arrivi, superi di gran lunga il risultato ottenuto attorno al Bondone e giunga a 493 mila presenze.
Resta infine un ragionamento da fare differenziando i turisti italiani e stranieri. Sul totale di 12,3 milioni di presenze, gli ospiti italiani sono stati pari a 9,22 milioni, contro i 3,08 milioni di stranieri.
Riassumendo, gli stranieri ospiti del Trentino in estate sono stati un terzo degli italiani. Italiani che hanno contribuito in maniera decisiva a rendere positiva la stagione.