Carburanti, con i nuovi aumenti anche a Trento è caccia alla pompa più vantaggiosa
Si cercano le occasioni migliori, ma molti automobilisti dichiarano anche che ridurranno gli spostamenti per ridurre l'impatto dei rincari dovuti alla scelta del governo Meloni di cancellare il taglio delle accise. Protestano anche i titolari delle pompe, che spiegano di essere penalizzati a loro volta dalla crescita del prezzo finale
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TRENTO. L'aumento del costo dei carburanti porta i trentini a fare rifornimento con gli occhi ben aperti sul portafogli e cercando le occasioni migliori. Molti dichiarano che ridurranno i loro spostamenti in un periodo segnato dal caro-vita su tanti fronti. Dall'altro lato, i titolari delle pompe lamentano d'essere penalizzati dai rincari.
Diminuendo la quantità di benzina che il cliente immette nel veicolo, si riducono anche i loro margini di guadagno, già risicati.
Questo è quanto è emerso ieri in alcune stazioni di servizio cittadine.Alcune stazioni di servizio toccano la quota di 1,85 euro al litro di benzina anche al self-service, per sfiorare i 2 euro in modalità servito.
È il caso della stazione "Esso" di Viale Verona, dove la benzina self vale 1,849, mentre al servito sale a 1,979.
Più caro il gasolio, con 1,939 al self e 2,069 al servito. La co-titolare Sabrina Pedrotti ha spiegato: «I rincari non ci avvantaggiano per nulla. Noi guadagniamo un prezzo fisso sul carburante e il fatto che per i consumatori il prezzo sia aumentato non incide sui nostri ricavi. Anche perché le quantità vendute sono sempre più scarse». Pedrotti lamenta gli aggravi dei costi che hanno colpito le stazioni di servizio: «Il costo della bolletta elettrica è insostenibile e purtroppo nemmeno la compagnia ci aiuta».
Tra i clienti c'è insoddisfazione: «Quello che vedono sui media non aiuta - precisa Pedrotti - Vedono gli aumenti alla pompa e contemporaneamente il costo del barile cala, è una dinamica che crea confusione».Più alti della media anche i prezzi al Mini-autolavaggio "Eni" di via Alto Adige, quasi a Lavis. Lì il diesel self è a quota 1,935 e la benzina self è a 1,857.
Il titolare Mauro Dalfovo sottolinea il peso delle commissioni bancarie: «L'80% dei pagamenti alla pompa avvengono via bancomat e c'è un costo di commissione che va in proporzione alla cifra spesa. Quindi tanto più il cliente paga, tanto più noi dobbiamo versare. Paradossalmente, se la benzina arrivasse a 2,50 dovremmo chiudere. Almeno noi abbiamo la fortuna che "Eni" ci ha agevolato sui costi energetici».
Alla pompa abbiamo incontrato Marco Giuliani, programmatore che usa l'auto per lavorare: «La uso tutti i giorni e faccio rifornimento dove mi trovo più comodo, senza cercare troppo il prezzo più conveniente». È deluso per le scelte della politica nazionale: «Tutti promettono il taglio delle accise e poi non mantengono la parola. Ormai la popolazione non crede più a nessuno».
La stazione di servizio meno cara della città ieri risultava la "Delta Energy" in Via Bassano.
Lì i veicoli in fase di rifornimento erano numerosi, per approfittare del costo di 1,859 sul diesel e di 1,759 sulla benzina. Tra gli acquirenti, c'è il neo-patentato Loris Hausperger, 18enne, giovanissimo e già con le idee chiare: «I politici fanno tante promesse ed intanto i prezzi crescono».
Più fiduciosa la signora Mara che mentre fa rifornimento dichiara: «Un po' di fiducia nel governo c'è, ma poi si esaurisce. Ridurrò al minimo indispensabile gli spostamenti».
Più bassi della media i prezzi presso la "Ip" di Via Travai. Lì la colonnina mostrava 1,879 per il gasolio e 1,789 per la benzina. Abbiamo incrociato il maestro di sci Marco Antonelli: «Ogni giorno uso la macchina per andare a lavorare a duemila metri, i rincari peseranno», ammette. Ciò che maggiormente lo infastidisce è la difformità italiana rispetto al resto d'Europa: «Solo in Italia ci sono accise così alte, in Austria e in altri paesi europei la situazione è diversa. La politica non può trascinare questo problema all'infinito».