Mutui, sempre peggio: ecco la simulazione su un finanziamento per la casa di 100mila euro a 25 anni
L'ultimo ritocco, risalente ai primi giorni di febbraio, ha portato i tassi attorno al 3 per cento. E per marzo la presidente della Bce Christine Lagarde ha annunciato un nuovo rialzo di mezzo punto
REPORT Sempre più poveri in Trentino: raddoppiati in cinque anni
TRENTO. Un rialzo c'era da aspettarselo perché era abbastanza naturale che dopo il lockdown legato alla pandemia la ripartenza dell'economia avrebbe provocato la ripresa dell'inflazione a causa dell'aumento della richiesta di materie prime, semilavorati e beni di consumo. Difficile però un paio d'anni fa ipotizzare un aumento dei prezzi in doppia cifra, tale da riportare l'Italia ad una situazione di corsa dell'inflazione che non si registrava dalla metà degli anni Ottanta.
Per raffreddare i prezzi, ormai da tre trimestri la Banca centrale europea ha deciso di alzare i tassi di interesse in modo da rallentare l'economia e dunque far abbassare l'inflazione. L'ultimo ritocco, risalente ai primi giorni di febbraio, ha portato i tassi attorno al 3 per cento. E per marzo la presidente della Bce Christine Lagarde ha annunciato un nuovo rialzo di mezzo punto. L'effetto più potente di queste manovre si ha sul costo del denaro che per famiglie e imprese si sta facendo sempre più caro.
L'esempio classico è quello del mutuo prima casa di una famiglia. A gennaio del 2021 e fino ai primi mesi del 2022 i tassi a cui le banche prestavano denaro erano negativi. L'Euribor 6 mesi, il tasso generalmente preso a riferimento per i mutui, era negativo, attorno al -0,53 per cento. Una famiglia che avesse richiesto un finanziamento da 150mila euro da ripagare in 300 rate (25 anni) per l'acquisto della prima casa a quei tempi avrebbe dovuto rimborsare il denaro ad un tasso variabile attorno all'1 per cento. Significa pagare una rata di 565 euro al mese e restituire al termine dei 25 anni il capitale iniziale di 150mila euro e una somma di 19.593 euro di interessi.
Se la stessa famiglia avesse richiesto il mutuo a settembre dell'anno scorso, quando già l'inflazione stava già cominciando a fare danni (eravamo attorno al 9 per cento a livello nazionale, 10,2 per cento in Trentino), avrebbe dovuto fare i conti con un Euribor 6 mesi attorno all'1,70 per cento e ad un tasso "finito" medio (cioè quello proposto dagli istituti di credito) attorno al 2,49 per cento. La rata mensile sarebbe salita a 672,17 euro con un totale interessi da pagare nei 25 anni pari a 51mila euro.
Adesso, con l'Euribor 6 mesi che lo scorso 6 febbraio era al 3,01 per cento, il tasso praticato dalle banche è attorno al 4,26 per cento. Significa una rata da 813 euro e un totale di interessi da pagare pari a 94mila euro. Da mettere in evidenza che chi ha iniziato l'ammortamento all'1 per cento ora paga il debito residuo al 4,26 per cento. Dunque, nel giro di un paio d'anni (ma in realtà anche meno) una famiglia si trova a pagare una rata di 250 euro in più al mese. A cui vanno aggiunti i rincari legati alle bollette e al cosiddetto carrello della spesa.
Buttarsi sul tasso fisso ha le sue incognite: c'è la sicurezza di non subire mai un rialzo della rata, ma anche la certezza di non poter mai approfittare di un futuro calo dei tassi.Secondo uno studio della Fabi (Federazione autonoma bancari) i nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa l'1,8% anche oltre il 4% con le rate mensili che, pertanto, possono risultare anche raddoppiate.
Per un mutuo a tasso fisso da 200.000 euro di 25 anni (il tasso medio applicato dalle banche potrebbe avvicinarsi al 3,9 per cento), la rata mensile è di 1.056 euro; per un prestito da 100.000 euro, sempre di 25 anni, col tasso al 3,7 per cento, la rata mensile è, invece, di 517 euro.