I trentini? Veri risparmiatori: un tesoro che in banca vale oltre 22,5 miliardi di euro
Il dato, in possesso di Banca d'Italia, è riferito alla fine del terzo trimestre 2022 e riguarda tutte le forme di risparmio di imprese e cittadini residenti in provincia, un boom durante il lockdown. Le famiglie hanno messo da parte 13,5 miliardi di euro
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TRENTO. Ammontano a quasi 22,6 miliardi di euro i depositi bancari del Trentino. Il dato, in possesso di Banca d'Italia, è riferito alla fine del terzo trimestre 2022 si riferisce a tutte le forme di risparmio - bancario e postale - di imprese e cittadini residenti in provincia. Riguarda dunque le famiglie, ma anche le società finanziarie e non finanziarie, ma senza considerare le istituzioni finanziarie monetarie.
Al 30 settembre del 2018 l'ammontare dei soldi virtualmente nelle casse degli istituti bancari del Trentino e su Banco Posta erano 17,6 miliardi. In quattro anni, dunque, i risparmi sono cresciuti di 5 miliardi. Il dato interessante riguarda il trend degli ultimi anni. Se tra settembre 2018 e settembre 2019 i depositi erano cresciuti soltanto di 700 milioni di euro, nell'anno successivo - quello in cui è ricaduto il lockdown determinato dalla pandemia - i conti correnti si sono mediamente “ingrossati”.
Nei mesi dello stop dell'attività lavorativa e dunque dei consumi lo stock di depositi bancari trentini è cresciuto di ben 1,6 miliardi. I depositi sono cresciuti in quel periodo dell'8 per cento, grazie soprattutto ai piccoli risparmiatori (fino a 12.500 euro sul conto corrente). Dall'autunno 2020 all'autunno 2021, viceversa, la voglia di tornare “a vivere” dei privati e la necessità di investire da parte delle imprese ha portato a mettere più spesso mano al portafogli, tanto che i risparmi sono cresciuti solamente di 600 milioni di euro, toccando quota 21,5 miliardi di euro.
Nell'ultimo anno i trentini - che forse sentivano già odore di crisi e temevano il caro bollette - sono tornati a fare “musina”, aumentando lo stock di risparmi di un altro miliardo di euro, raggiungendo quota 22,6 miliardi. Facendo un confronto con l'Alto Adige va sottolineato che nello stesso periodo di 4 anni (settembre 2018 - settembre 2022) a Bolzano i risparmi sono cresciuti di 6,6 miliardi, raggiungendo uno stock complessivo di 27,3 miliardi, ben 4,7 miliardi più che in Trentino.
Se andiamo ad analizzare i vari settori, scopriamo che a settembre 2022 le famiglie avevano sui conti correnti un totale di 13,5 miliardi di euro (15,3 miliardi in Alto Adige), ma con un incremento tutt'altro che costante. C'è stato infatti un boom di risparmi nel 2020, l'anno del "Tutti a casa" e dell' "Andrà tutto bene", con un incremento di un miliardo tondo. L'anno successivo, invece, il risparmio è cresciuto di poco più di 400 milioni di euro ed è continuato a salire poco anche nei trimestri successivi.
Andando ad analizzare il settore "società non finanziarie e famiglie produttrici" - di fatto le aziende - il risparmio accumulato a fine terzo trimestre 2022 è di 6,5 miliardi, cresciuto di 2,1 miliardi in 4 anni. Curioso sottolineare come il picco dei depositi delle imprese si sia toccato a marzo dello scorso anno con 6,7 miliardi: poi evidentemente l'aumento dei costi per la produzione (materie prime, semilavorati ed energia) hanno ridotto lo spazio finanziario a disposizione.
Per quanto riguarda il sotto-settore delle aziende artigiane la quota di deposito è a 204 milioni di euro, dopo aver toccato i massimi a quasi 220 milioni a dicembre 2021, nel momento più intenso della ripresa economica post Covid. A livello di istituzioni e amministrazioni pubbliche, il denaro presente virtualmente sui conti correnti ammonta a quasi 1,3 miliardi, quasi raddoppiato rispetto ai 704 milioni di quattro anni prima.