I consumi delle famiglie italiane al livello pre-pandemia: questo anno spenderanno in media 21.083 euro
Per il 2024 è attesa una ulteriore crescita, a 21.365 euro, ma sarà ancora oltre duecento euro di spesa a famiglia in meno rispetto al picco raggiunto nel 2007, prima della crisi finanziaria del 2008
ROMA. La spesa delle famiglie italiane tornerà quest'anno alla normalità, superando il livello del 2019 perso per la crisi Covid. La stima è di Confcommercio che, comunque, non guarda con ottimismo al futuro prossimo e avverte: «La crescita dei servizi e del turismo potrebbe riportare quest'anno i consumi a un livello di normalità. Consumi che, peraltro, valgono il 60% del Pil.
L'economia, però - rileva il presidente Carlo Sangalli - è in fase di rallentamento e alcuni nodi sono ancora irrisolti. Mancano, infatti, all'appello un piano di rilancio del Sud, la piena realizzazione di riforme e investimenti del Pnrr e una profonda riforma fiscale in tempi rapidi». L'analisi è dell'ufficio studi di Confcommercio che ha delineato l'andamento dei consumi negli ultimi 30 anni stimando la spesa delle famiglie per quest'anno e per il 2024: spinti soprattutto dal turismo (+23,6%) nel 2023 i consumi in media delle famiglie italiane sono visti in crescita a quota 21.083 euro, tornando così oltre i 20.814 euro del livello pre-Covid; per il prossimo anno è attesa una ulteriore crescita, a 21.365 euro, ma sarà ancora oltre duecento euro di spesa a famiglia in meno rispetto al picco raggiunto nel 2007, prima della crisi finanziaria del 2008.
Quanto ai dati del 2022, Confcommercio calcola che la spesa media pro capite delle famiglie si è fermata a 20.810 euro. Quello nel lungo periodo è considerato «un andamento deludente», ne emerge «il principale e incontrovertibile indizio di una patologia da scarsa crescita strutturale» fino ad oggi, quando «la speranza di invertire la tendenza con le riforme e gli investimenti del Pnrr è flebile», rileva Confcommercio ripercorrendo come è variata la spesa delle famiglie italiane negli anni dal 1995 al 2023.
Quello in corso «si può definire come l'anno del ritorno alla normalità, grazie soprattutto al consistente contributo della filiera turistica che, rispetto all'anno scorso, registra aumenti consistenti per viaggi, vacanze e alberghi (+23,6%), servizi ricreativi e culturali (+9,7%), bar e ristoranti (+8%). In attesa della ripresa della manifattura esportatrice, sono questi i pilastri del terziario di mercato da cui può derivare una maggiore crescita economica auspicabilmente sostenuta anche da riforme e investimenti del Pnrr».
Anche se «salvo tempo libero, tecnologia e viaggi e alberghi, nessuna macro-funzione riesce a tornare, nel 2023, ai livelli di spesa pro capite del 2019».