Fisco, l’evasione tocca 846 milioni. Quasi 500 operazioni «sospette» in Trentino
Sono oltre 100mila le famiglie indebitate in regione, ma i prestiti sono in calo del 5,1% nel primo semestre 2023
EVASIONE Oltre 324 milioni di euro recuperati dalla Finanza
TRENTO. Sono in calo del 5,1% i prestiti in Trentino a giugno, rispetto allo stesso mese del 2022, un calo maggiore rispetto al 2,4% della media nazionale. A certificarlo è un approfondimento dell'Abi sulla base dei dati di Bankitalia, che segnala invece un Alto Adige in controtendenza con un +1,9%. In regione, le famiglie indebitate sono 101.155.
A livello nazionale ci sono significative differenze territoriali: nel Sud crescono dello 0,5%, nelle Isole si confermano sullo stesso valore dello scorso anno, mentre sono in diminuzione nel Nord-Ovest (-1,3%), nel Nord-Est (-2,2%) e soprattutto nel Centro Italia (-5,0%). Sono in diminuzione i prestiti alle imprese: -3,4 % a livello nazionale; -3,4% nel Nord-Ovest; -3,6% nel Nord-Est, -5,1% nel Centro, -0,4% nel Sud e -1,1% nelle Isole. Crescono, invece, i finanziamenti alle famiglie. A livello nazionale aumentano su base annua dell'1% e in tutte le diverse aree territoriali: +0,6% nel Nord Ovest, +0,8% nel Nord Est, +1,0% nel Centro, +2,0% nel Sud e un +1,5% nelle Isole.
La lotta ai «furbetti» del Fisco è sempre forte anche in Trentino: nel primo semestre del 2023 la Banca d'Italia ha segnalato quasi 500 operazioni sospette, per l'esattezza 481. Un numero molto elevato, anche se in calo rispetto alle 540 segnalate nel primo semestre 2022 dall'Uif, l'Ufficio di Bankitalia che si occupa delle segnalazione. Una lotta assai difficile, se si pensa che secondo un'indagine della Cgia di Mestre in Trentino l'evasione fiscale è a quota 846 milioni di euro annui, con una quota percentuale del 10,2% che, seppure sotto la media nazionale, fa capire quanto ci sia ancora da fare in questo senso.Ma torniamo alle operazioni sospette. A livello italiano, le segnalazioni dall'Uif sono state 77.693, con un incremento del 4,7% per cento rispetto al corrispondente periodo 2022. Anche in questo semestre il principale apporto segnaletico è stato fornito dalla categoria banche e Poste, che ha inviato più della metà delle segnalazioni ricevute (54,5%), anche se in calo di oltre 3 punti rispetto al primo semestre del 2022. In aumento il contributo degli Istituti di moneta elettronica (14,3% del totale), dei prestatori di servizi di gioco (8,1%) e dei notai e Consiglio nazionale del Notariato (4,6%). Resta rilevante l'apporto degli Istituti di Pagamento (11,4% del totale). Si conferma il trend in crescita delle segnalazioni trasmesse dagli operatori in valuta virtuale che passano da un'incidenza dello 0,2% nel primo semestre del 2022 allo 0,5% nel semestre successivo fino ad arrivare allo 0,9% nel semestre di osservazione. Anche il comparto delle Pubbliche amministrazioni ha fatto registrare una crescita rispetto al periodo corrispondente, sebbene riferita a valori assoluti ancora trascurabili. Si registrano invece diminuzioni nella quota di segnalazioni trasmesse dalle imprese di assicurazione (da 3,3 a 2,3% del totale) e dai soggetti che esercitano l'attività di custodia e trasporto valori (da 1,3 a 0,8%) ancorché in corrispondenza di variazioni relativamente contenute in termini assoluti.
Sotto il profilo della ripartizione territoriale rilevano le segnalazioni relative a operazioni effettuate in Lombardia (14.385 unità, in aumento dell'8,4%), nel Lazio (8.295) e in Campania (7.490). Gli incrementi maggiori si sono registrati invece in Sicilia (+10,5%) e in Calabria (+10,1), mentre si registra una flessione nelle operazioni eseguite all'estero (-28,7%).
Nel semestre risultano più che raddoppiate, rispetto al corrispondente periodo del 2022, le segnalazioni relative a operazioni "online", trasmesse prevalentemente da Istituti di moneta elettronica, Prestatori di servizi di gioco e Operatori in valuta virtuale. Per quanto riguarda invece l'evasione fiscale, lo studio diffuso dalla Cgia di Mestre fa riferimento invece ai dati 2020, gli ultimi disponibili. Ebbene, in provincia di Trento la quota di imposte e contributi evasi è stata di 846 milioni di euro, mentre nel vicino Alto Adige si è toccato quota 918 milioni di euro. A livello nazionale, il peso dell'economia non osservata sul valore aggiunto nazionale era all'11,6%, pari a 174,6 miliardi di euro. Di quest'ultimo importo, l'economia sommersa era pari a 157,4 miliardi e le attività illegali 17,3 miliardi.
L'evasione fiscale e contributiva, invece, si aggirava attorno ai 90 miliardi di euro (78,9 miliardi imputabili all'evasione tributaria e 10,8 miliardi all'evasione contributiva). Applicando al valore aggiunto sommerso un coefficiente determinato dal rapporto del gettito fiscale e il valore aggiunto desumibile dalla contabilità nazionale al netto dell'economia non osservata, a fronte di 90 miliardi di evasione fiscale all'anno, è come se a ogni 100 euro di gettito incassato dal fisco, gli italiani ne evadessero mediamente 13,2.