Economia / Soldi

Conti correnti, dove si guadagna di più in banca: Trentino Alto Adige in testa alla classifica

È quanto emerge dall'ultimo rapporto Fabi sui conti degli italiani. Nella nostra regione nel 2023 depositi per 28,7 miliardi. Lo scorso anno il tasso di disoccupazione medio in Italia si è attestato al 7,8% medio annuo nel 2023, al Nord si ferma al 4,7%, raggiungendo minimi del 4,1% in Valle d’Aosta e Lombardia nel Nord ovest e addirittura del 2,9% in Trentino Alto Adige

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TRENTO. Sui conti correnti degli italiani a fine 2023 erano collocati 1.153 miliardi di euro. In un anno il saldo totale è sceso di 43 miliardi, il 3,6%. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto Fabi sui conti degli italiani secondo il quale la Lombardia ha il record di liquidità con 235 miliardi (il 20% del totale), mentre il Sud è penalizzato sia sulla liquidità che sui rendimenti.


In dettaglio, secondo il Rapporto della Fabi, con 5.000 euro sul conto corrente in banca si guadagnano 18,2 euro l'anno a Trento e Bolzano, 15 euro a Firenze, 13 euro a Roma, 11 euro a Milano e Perugia. La stessa somma, invece, frutta appena 6,5 euro a Napoli, 7 euro a Trieste, 8 euro a Catanzaro, Potenza, Genova e Aosta. Poco più fortunati i correntisti di Torino con "incasso" annuo da 8,5 euro.
 

Le banche ad Ancona e Cagliari assicurano 10 euro, mezzo euro in più di Bari, Bologna, Campobasso e Palermo che si attestano a quota 9,5 euro. A 9 euro tondi si trovano Venezia e Pescara. Gli interessi praticati dalle banche sui conti correnti - seppur particolarmente contenuti, nonostante l'aumento del costo del denaro portato dalla Banca centrale europea al 4,5% tra il 2022 e il 2023 con 10 rialzi in 14 mesi - non sono tutti uguali nel Paese.
 

"Si registrano - sottolinea la Fabi - ampie divergenze territoriali e regionali nei rendimenti che le banche riconoscono sui "salvadanai" della loro clientela". Dopo la Lombardia in testa con il 10,5% e il 9,2% del totale ci sono Lazio e Veneto.

La classifica prosegue poi con: 97,7 miliardi in Emilia Romagna (8,5%), 90,1 miliardi in Piemonte (7,8%), 87,7 miliardi in Campania (7,6%), 72,9 miliardi in Toscana (6,3%), 60,4 miliardi in Puglia (5,3%), 58,1 miliardi in Siclia (5,1%), 32,1 miliardi in Liguria (2,8%), 30,3 miliardi nelle Marche (2,6%), 28,7 miliardi in Trentino Alto Adige (2,5%), 26,1 miliardi in Friuli Venezia Giulia (2,3%), 25,6 miliardi in Calabria (2,2%), 23,1 miliardi in Abruzzo (2,0%), 22,7 miliardi in Sardegna (2,0%), 14,3 miliardi in Umbria (1,3%). Sotto quota 1%, nel terzetto di coda, si trovano la Basilicata con 10,8 miliardi (0,9%), il Molise con 6,1 miliardi (0,5%) e la Valle d'Aosta con 2,7 miliardi (0,2).
 

IN UN ANNO PRELEVATI DAI CONTI CORRENTI 43 MILIARDI DI EURO.


Con l’eccezione della Sardegna e della Basilicata, dove si è registrata una variazione positiva, tra il 2022 e il 2023, rispettivamente di 21 milioni di euro (+0,1%) e di 50 milioni (+0,5%), in tutte le altre regioni il saldo dei conti correnti – 43 miliardi in meno su base nazionale – mostra un dato negativo negli scorsi 12 mesi. Il “buco” più ampio è in Lombardia ed è pari a 13,7 miliardi (-5,5%). Molto più distanti, l’Emilia Romagna con un deficit annuale di 5,4 miliardi (-5,2%), il Piemonte con meno 4,7 miliardi (-5,09%), il Lazio con meno 3,9 miliardi (-3,2%), il Veneto con 3,3 miliardi (-3,1%), la Toscana con meno 3,2 miliardi (-4,3%), la Liguria con meno 1,8 miliardi (-5,4%), le Marche con meno 1,4 miliardi (-4,9%), la Campania con meno 1,2 miliardi (-1,4%), la Sicilia con meno 1,1 miliardi (-2,0%), la Puglia con meno 1 miliardo (-1,8%). Sotto quota 1 miliardo di rosso si trovano sette regioni: 557 milioni in Friuli Venezia Giulia (-2,1%), 552 milioni in Abruzzo (-2,3%), 535 milioni in Umbria (-3,6%), 220 milioni in Trentino Alto Adige (-0,8%), 136 milioni Valle d’Aosta (-4,7%), 97 milioni in Calabria (-0,4%) e 50 milioni in Molise (-0,8%).
 

Senza lavoro: 10% di possibilità per le ragazze in Trentino Alto Adige, 50% in Calabria
 

Non solo in banca. Il Sud risulta penalizzato anche per il mercato del lavoro: se il tasso di occupazione media in Italia è salito del 62,1% nell’ultimo trimestre 2023, in crescita rispetto al 60,7% del 2022, permangono forti differenze territoriali. Al Nord, secondo gli ultimi dati Istat, il tasso di occupazione si attesta, a fine 2023, al 69,9% (dal 69% del 2022), con picchi del 70,7% nel Nord Est, dove la provincia autonoma di Bolzano che raggiunge il 74%, la Valle d’Aosta al 71,8% e l’Emilia Romagna al 71,4%.

Nel Centro Italia il tasso di occupazione registrato è stato del 66,1%, con la Toscana al 69,3% (in crescita dal 68,6% del 2022) e il Lazio al 63,5% (62,1% nel 2022). Al Sud il livello di occupazione si ferma al 49,1% con l’eccezione dell’Abruzzo che spicca col 62,2%, mentre la Campania risulta fanalino di coda a livello nazionale col 45,3% (seppur in crescita rispetto al 43,4% del 2022), seguito dalla Sicilia al 45,9% (43,2% nel 2022) e dalla Calabria al 47,6% (43,7% nel 2022).

Specularmente, se si analizza il tasso di disoccupazione medio annuo a livello regionale, emergono le stesse sperequazioni, fortemente accentuate per alcune segmenti della popolazione all’interno degli stessi territori. Se, in particolare, si considera il tasso di disoccupazione nella fascia più giovane e si distingue per genere, emerge, a esempio, che una ragazza tra i 15 e i 24 anni in cerca di lavoro in Trentino Alto Adige ha una possibilità su dieci (9,8%) di rimanere disoccupata, mentre una sua coetanea in Calabria ha più di una possibilità su due (51,6%).

Il tasso di disoccupazione medio in Italia si è attestato al 7,8% medio annuo nel 2023, al Nord si ferma al 4,7%, raggiungendo minimi del 4,1% in Valle d’Aosta e Lombardia nel Nord ovest e addirittura del 2,9% in Trentino Alto Adige e del 4,3% in Veneto. In Piemonte e Liguria il tasso più alto, al 6,3%. Al Centro Italia la disoccupazione media ha registrato nel 2023 un tasso del 6,3%, coi minimi di Marche e Toscana (rispettivamente al 5,3% e 5,4%) e il massimo nel Lazio al 7,3%. 

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