Appello dell'Odg contro le riforme sulla stampa, 'limitanti'

(ANSA) - ROMA, 14 OTT - "Rischiamo di assomigliare più alla Turchia che agli Stati Uniti": è la denuncia del presidente dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, arrivata oggi nel corso di una conferenza a palazzo Grazioli, nella sede romana della Stampa estera. Un incontro per lanciare un appello alla politica contro "una serie di norme - ha spiegato il capo dell'Odg - che, soprattutto se coordinate, limitano fortemente la libertà di stampa", e la cui approvazione o possibile approvazione "ci preoccupa". Presunzione di innocenza, divieto di pubblicazione di ordinanze di custodia cautelare, azioni giudiziarie intimidatorie contro i giornalisti, riforma della diffamazione. "Questa revisione delle leggi che riguardano l'attività della professione non è organica ed è dannosa - ha aggiunto Domenico Affinito, segretario generale aggiunto vicario della Fnsi - Avremmo bisogno di una nuova stagione legislativa che riprendesse in mano tutte le norme che riguardano la nostra professione. Alcune sono da riscrivere, la legge sulla stampa è del '48 e ha elementi antistorici al suo interno". Su questi temi l'Ordine ha anche realizzato un e-book, 'Informazione e giustizia', a cura di un gruppo di lavoro dedicato coordinato da Gianluca Amadori. "Non si tratta di iniziative casuali, messe una dietro l'altra fanno capire che c'è un disegno", ha commentato Amadori, che poi ha ricordato come il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in un suo libro del '97, scrivesse: "Se la legge consentisse la diffusione delle notizie attraverso un addetto stampa e con comunicati ufficiali, essi (i giornalisti, ndr) avrebbero il materiale dove lavorare, modellandovi i commenti che credono. Invece la riconosciuta ipocrisia del sistema, impedendo formalmente la divulgazione degli atti, consente di fatto l'arbitrarietà delle illazioni più fantasiose". (ANSA).