La storia d'Italia in mostra all'Archivio dello Stato
(ANSA) - ROMA, 14 MAR - Uno dei tre testi originali della nostra Costituzione, il telegramma ("Obbedisco") di Garibaldi al generale La Marmora, l'elenco dei Mille di Marsala, ma anche documenti sulle leggi razziali e materiali sulle stragi che hanno insanguinato l'Italia dal finire degli anni 60 agli anni 80: anche questo si trova all'Archivio centrale dello Stato che apre le sue porte ad un pubblico più eterogeneo, e alle scuole, in un percorso di valorizzazione della conoscenza della storia del nostro paese. Aprirà al pubblico il 22 marzo la mostra "Lo scrigno della memoria" con cui il Museo dell'Archivio mette in mostra più di 150 anni di storia d'Italia, dal Risorgimento alla Repubblica, attraverso documenti, cimeli, materiali bibliografici, fotografici e audiovisivi. "I documenti non sono degli oggetti freddi, le carte possono essere la vita di una nazione: all'interno dei documenti possiamo rinvenire momenti decisivi della nostra vita nazionale" osserva il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano che ha inaugurato la mostra che si sviluppa all'interno di un nuovo e permanente spazio museale, ritagliato nel cuore del complesso monumentale progettato per l'Esposizione Universale del 1942 e sede dell'Archivio dagli anni Cinquanta. La mostra punta a ripercorrere la storia di Italia, dall'Unità ai nostri giorni, dal punto di vista politico, economico e sociale attraverso documenti, cimeli, materiali bibliografici, fotografici e audiovisivi, provenienti dai fondi dell'Istituto. Prendendo spunto anche dalle esperienze delle maggiori istituzioni archivistiche nazionali e internazionali, tra cui le Archives Nationales di Francia, spiega il Direttore generale e Sovrintendente dell'Archivio, Andrea De Pasquale. L'Archivio è tra i più grandi archivi del mondo: la consistenza del suo materiale documentario è infatti pari a circa 160 chilometri. Custodisce, tra l'altro, uno dei tre originali della Costituzione e i documenti relativi al rapimento e all'uccisione di Aldo Moro, quelli sulle stragi, da Piazza Fontana al rapido 90, sulla Gladio e sulla Loggia P2. (ANSA).