Panicucci, 35 anni di tv da Tortora a Mattino 5
(di Angela Majoli) (ANSA) - ROMA, 21 FEB - Trentacinque anni di carriera, dalle piazze gremite del Festivalbar agli affari di cuore, dalle passerelle ai reality, all'infotainment con Mattino 5 di cui è padrona di casa da tredici edizioni: "Il segreto? Bisogna sempre impegnarsi, studiare. Non mi piace improvvisare, voglio essere preparata", dice Federica Panicucci. Una lezione imparata fin dall'esordio, che coincide con una pagina di storia della televisione italiana: il ritorno in onda di Enzo Tortora, il 20 febbraio 1987, con Portobello. "Porto nel cuore tutto di quel giorno, la gioia, lo stupore, la consapevolezza di essere parte di un momento irripetibile", racconta Panicucci, che debuttò da centralinista del 'mercatino' più celebre del piccolo schermo. "Tortora iniziò la diretta da solo, con il monologo del 'Dunque, dove eravamo rimasti?'. Poi, dopo una pausa, riaprì con Renée Longarini e noi del 'Centralone' tutti schierati, come a dire 'la squadra è tutta qui, accanto a me'. Dovevamo presentarci brevemente: 'Sono Federica, ho 19 anni, studio Lingue all'università Statale di Milano'... avrò ripetuto la frase centinaia di volte per non sbagliare. Avevamo un ruolo marginale, ma raccoglievamo davvero le telefonate del pubblico. Tortora era sempre molto generoso nel parlarci, nel coinvolgerci". Al provino, negli studi Rai di Corso Sempione a Milano, era arrivata tramite un'agenzia di casting: "Fin da bambina ho sempre desiderato lavorare in tv", confessa Panicucci, classe 1967, originaria di Cecina (Livorno). "Sono stata incredibilmente fortunata, anche perché sono arrivata poi a condurre due programmi di cui ero spettatrice appassionata: The Look of the Year, con le grandi modelle internazionali, e il Festivalbar" accanto a personaggi come Amadeus, Fiorello, Gerry Scotti. Quelle arene "sono state un'esperienza pazzesca: era uno show seguitissimo, l'unico che dava la possibilità agli spettatori di un contatto diretto con i cantanti. La gente mi fermava per strada, ancora oggi i fan me ne parlano". Nel 1996 l'approdo in Rai con Arrivano gli uomini con Adriano Celentano, poi il Premio Regia Televisiva, il backstage di Pavarotti & Friends, i collegamenti con Telemania condotta da Mike Bongiorno, Il ballo delle debuttanti con Pippo Baudo, le storie di sentimenti con Affari di cuore, Batticuore e Scherzi d'amore. Nel 2006 il ritorno a Mediaset con La pupa e il secchione. "Mike? Ero l'inviata sui set americani dei suoi show, come La ruota della fortuna. Ricordo che ero molto agitata perché tutti mi dicevano che era molto esigente, ma con me è stato sempre molto gentile, accudente. Un maestro straordinario. Gerry Scotti? Lo conobbi mentre conduceva Candid Camera Show: avevo i capelli biondi lunghissimi, mi fece sedere tra il pubblico e lanciò la pubblicità fasciandosi la testa con la mia chioma. Un grande professionista ma anche una persona fraterna, uno di famiglia". Il "salto più difficile" è stato proprio l'approdo a Mattino 5: "Arrivavo dall'intrattenimento, non mi ero mai occupata di cronaca, di sociale, ho dovuto imparare a farlo. Non è stato facile - ammette - ma devo dire che tredici anni di storie, di esperienze di vita rappresentano per me un bagaglio enorme. E poi ho imparato a gestire la diretta, con l'aiuto della squadra formidabile di Videonews". Seguitissima su Instagram - ha oltre 1 milione di follower - Panicucci non si sente "social dipendente: uso Twitter per tenermi informata, Instagram e Facebook come 'brain break', come passatempo. Strumenti che hanno tanto avvicinato il pubblico a chi fa il mio mestiere. Quando qualche giorno fa una tegola ha colpito il tetto della mia auto, in tanti si sono stretti a me, questa carica di affetto è davvero bella". Sul web si mostra sempre perfetta, quanto conta l'apparire? "Credo che oggi le donne meritino di essere libere di scegliere ciò che vogliono essere senza condizionamenti. E ovviamente vale anche per gli uomini". Sui sogni nel cassetto non si sbilancia: "Considero il 20 febbraio non come un punto di arrivo, ma come una tappa. Alle spalle vedo tutto il percorso che ho fatto, sbircio avanti e penso che sia un cammino continuo. Se mi piacerebbe condurre Sanremo? Nessuno rifiuterebbe una proposta del genere. Non so cosa aspettarmi, ma è proprio questo il bello del mio lavoro". (ANSA).