Tour de France: due gemelli in testa, a Adam Yates tappa e maglia. Oggi altra tappa basca
ROMA. Due gemelli che tagliano il traguardo per primi nella tappa di esordio del Tour de France. Non era mai accaduto finora. L'inglese Adam Yates della Uae Team Emirates ha vinto davanti al fratello Simon la prima tappa, un circuito di 183 chilometri con partenza ed arrivo a Bilbao, e domani indosserà la maglia gialla di leader della corsa. E lo ha fatto superando sul traguardo il suo gemello.
I due fratelli si sono sfidati in uno sprint dopo una fuga partita a pochi chilometri dal traguardo in una corsa che, grazie alle nuove innovazioni del percorso volute dagli organizzatori, si preannuncia ricca di exploit. Ne è prova la gara condotta da Tafej Pogacar e Jonas Vingegaard, i due favoriti per la vittoria finale. Sull'ultima salita impegnativa del percorso di oggi, Cote di Pike, sono stati proprio loro due a duellare e a lanciare un attacco entusiasmante che, di fatto, ha poi favorito la fuga dei gemelli Yates. Lo sloveno, giunto terzo al traguardo, e il campione uscente, arrivato nono, hanno fatto capire che quella per la vittoria finale sarà una sfida a due e che sarà una corsa votata all'attacco. Si tratta anche di stretgia per non rischiare sorprese. La nuova formula del Tour, infatti, potrebbe avvantaggiare gli "underdog": tappe più brevi (una sarà addirittura di 22 km); salite impegnative già nel corso della prima settimana; due soli grandi scalate oltre i 2000 metri e nessuna lunghissima cronometro. Novità che favoriscono chi attacca. L'esperimento degli organizzatori della 110ma edizione della Grande Boucle sembra riuscire.
Ieri, sabato, i 176 corridori iscritti si sono dati appuntamento a Bilbao, nei Paesi Baschi francesi. Il percorso, seppur breve, è risultato molto impegnativo con ben cinque Gran Premi della Montagna, un traguardo intermedio e l'arrivo finale nell'ex grande città industriale nel nord della Spagna con l'ultimo chilometro al 5,4% di pendenza. In palio un bottino di punti interessante per chi aspira alla maglia a pois degli scalatori e a quella verde della classifica a punti. E infatti la corsa si è aperta subito con un tentativo di fuga da parte di cinque corriodio con Pascal Eenkhoorn che si si è aggiudicato il traguardo intermedio di Gernika.
A 50 chilometri dall'arrivo il gruppo ha ripreso i fuggitivi. Il terzo Gran Premio della Montagna, Col di Morga di quarta classe, se lo è aggiudicato il norvegese Jonas Abrahamsen. Il quarto Gpm, quello di Cote di Vivero di seconda classe e quindi con più punti, lo ha vinto lo statunitense Neilson Powless che domani a Vitoria indosserà la prima maglia a pois. Il quinto Pogacar. Unica nota negativa della giornata una brutta caduta a fine gare che ha coinvolto Richard Carapaz e Enric Mas con quest'ultimo costretto al ritiro per un colpo alla testa.
Al Tour di quest'anno, gli italiani in gara sono soltanto sette: Jacopo Guarnieri, Alberto Bettiol, Matteo Trentin, Gianni Moscon, Daniel Oss, Luca Mozzato e Giulio Ciccone che per due giorni nel 2019 ha vestito anche la maglia gialla.
È la 25ma volta che il giro è partito fuori dalla Francia.
Anche oggi il percorso attraverserà soltanto i Paesi Baschi spagnoli con partenza da Vitoria e arrivo a San Sebastiàn, prima di fare ingresso ufficialmente in territorio francese con la terza tappa che vede l'arrivo a Bayonne, nei Paesi Baschi francesi. Queste tappe "straniere" sono forse anche un toccasana per la Grande Boucle in un momento in cui tutta la Francia è a soqquadro per le rivolte dei giovani.
Gli organizzatori sono in stretto contatto con le autorità nazionali che, in questi giorni, hanno vietato alcuni grandi eventi per la paura di scontri e disordini. Basti pensare che già lo scorso anno per lo svolgimento ordinario del Tour erano state impegnati 28.000 poliziotti, gendarmi e vigili del fuoco.
Al contrario, nei Paesi Baschi c'è grande entusiasmo: la bicicletta è una tradizione locale e non a caso decine di migliaia di tifosi hanno salutato il gruppo lungo la strada.