Salviamo i nostri ragazzi dalle chiusure della scuola
Didattica a distanza, una lettera chiede di non infierire sui nostri ragazzi. E il Direttore risponde...
Salviamo i nostri ragazzi dalle chiusure della scuola
Buongiorno, probabilmente sarà una goccia nel mare, ma da genitore di 3 ragazzi - una in terza superiore, un ragazzo di prima superiore e un’altra in prima media - voglio fare un appello affinché si lotti strenuamente contro il dpcm che prevede la chiusura totale delle scuole superiori.
So che la Provincia di Trento intende muoversi affinché si possa mantenere una didattica in presenza al 50%. Se però questa strada non risultasse percorribile, chiedo di lottare per mantenere in presenza almeno le prime superiori. Sono ragazzi che hanno un bisogno assoluto della presenza, per conoscere i nuovi compagni, i professori, metodi di lavoro e di studio, che da soli a casa è impossibile possano apprendere.
Non si può pretendere di considerare ragazzini di 14 anni maturi da autogestirsi. Gli abbiamo tolto già il passaggio medie-superiori, ora togliamo la possibilità di conoscere e integrarsi in un sistema complesso e diverso come può essere la scuola superiore. Credo sia nostro dovere, di genitori, educatori e quindi di voi politici di salvare questi ragazzi, che altrimenti si ritrovano a dover pagare di tasca loro una errata gestione dell’emergenza sanitaria, senza peraltro una oggettiva necessità, almeno qui in Trentino. Hanno già pagato, ora basta!
Katia Briosi
Il coraggio di decisioni impopolari
Il mare è fatto di tante gocce - fa bene dunque a lanciare il suo appello - e il rischio che la scuola venga considerata non come la fabbrica del futuro, ma (pensando anche ai trasporti e alle altre occasioni d’assembramento) come il luogo della diffusione del virus è ormai più che concreto. In una terra come questa dobbiamo cercare di inventare qualcosa per permettere ai ragazzi di andare a scuola in sicurezza, è vero. Diversamente, bisogna però avere il coraggio di prendere decisioni impopolari, mettendo davanti ad ogni altra cosa la salute. A patto che l’obiettivo sia sempre quello di far ripartire la scuola prima di ogni altra attività. Perché la scuola - a prescindere dal divario tecnologico che la rende in parte impossibile - ha un senso solo in presenza. L’autonomia sta cercando una soluzione. Speriamo bene e speriamo che tutte queste gocce costringano la politica a fare uno sforzo di fantasia per salvare una generazione.
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