Stagni e paludi, Oasi Wwf: due giorni di apertura al pubblico
Lagune, paludi, fiumi, torbiere: se in buona salute sono un’arma per contrastare gli effetti di eventi meteorologici estremi e dei disastri causati dai cambiamenti climatici. Su questo ruolo delle zone umide si concentra la Giornata mondiale dedicata a questi ecosistemi, costantemente sotto pressione per mano dell’uomo.
Per celebrare la ricorrenza sabato 4 e domenica 5 febbraio le Oasi Wwf che proteggono stagni e paludi saranno aperte gratuitamente al pubblico. La Giornata mondiale delle zone umide si è tenuta il 2 febbraio, data che ricorda l’adozione della Convenzione di Ramsar siglata in Iran nel 1971, un accordo internazionale che da allora ha permesso di identificare le più importanti aree umide del mondo. La Convenzione copre oltre 2.200 siti nel mondo, per una superficie complessiva più grande del Messico.
Le zone umide d’importanza internazionale riconosciute nel nostro Paese «sono ad oggi 52», ricorda Wwf Italia, «distribuite in 15 regioni, per un totale di 58.356 ettari». Il «capitale naturale» di questi ambienti - secondo stime globali citate dal Wwf - si aggirerebbe intorno ai 300-800 dollari per ettaro all’anno per le zone umide costiere, e fino a 104.000 per quelle interne. In occasione della Giornata 2017, l’associazione punta i riflettori sul Delta del Po e chiede che diventi Parco nazionale in quanto «zona unica per biodiversità su scala europea, con oltre 300 specie di uccelli, 40 specie di mammiferi e 25 tra anfibi e rettili».
Nel mondo le aree umide non sempre godono di buona salute. «La pressione antropica e il riscaldamento globale ne mettono sempre più in pericolo gli equilibri delicati e complessi e nell’ultimo secolo oltre il 64% delle zone umide è scomparso», rileva Legambiente. Anche Legambiente fino al 5 febbraio celebra la ricorrenza con iniziative di sensibilizzazione.