Dopo l'inverno pazzo Arrivano pioggia e neve
Finalmente, con l'inizio della primavera, dovrebbe arrivare la pioggia tanto attesa, da chi lavora in agricoltura (e non solo).
Le previsioni per l'area dolomitica indicano per domani un peggioramento, che dovrebbe tradursi anche in pioggia (a tratti forte) e in nevicate oltre i 1.800-2.000 metri, specie in mattinata.
Le temperature, che già oggi hanno segnato una flessione, domani dovrebbero ulteriormente diminuire.
Giovedì si prevede un lieve miglioramento, ma potrebbero esserci ancora deboli precipitazioni, anche nevose in quota.
Cielo per lo più nuvoloso anche venerdì mattina, ma il sole si farà via via strada e anche sabato la tendenza suggerisce una giornata di bel tempo
Ecco un'analisi sulle caratteristiche meteorologiche dell'inverno appena passato.
Il 2017 pare stia rapidamente assumendo i connotati di annus horribilis per il cambiamento climatico: la latitanza del freddo ha infatti già toccato picchi record anche in Trentino.
«Per la prima volta da quando sono iniziate le registrazioni a Trento Laste, a febbraio le temperature sono rimaste sempre positive» annuncia Meteotrentino nella consueta analisi mensile online. In 97 anni (la serie inizia nel 1920) mai si era visto il secondo mese dell’anno senza gelo. «Segno meno» tabù anche per la città della Quercia: Rovereto si è fermata a 0,0° il giorno 26. Grazie alle inversioni termiche solo i fondovalle più aperti hanno toccato picchi negativi, come Roncafort, finita a -1,8° domenica 26. Ma il tasto più dolente è la costanza delle «anomalie calde». I report rivelano che negli ultimi due anni alle Laste ben 19 mesi su 24 sono stati più caldi rispetto alla serie storica. Anomalie che, come ben sanno sciatori e amanti della montagna, non si placano salendo di quota.
In Paganella - ai 2125 metri della «Roda» - febbraio ha chiuso a +2,4° dalla norma 1981-2010, identico scarto di Trento. Dati ancor più drastici arrivano dallo storico osservatorio della Specola di Rovereto, gestito dalla Fondazione Museo Civico. Le misure, qui, avvengono esattamente come in passato, in una «finestra meteorologica» che dal 1882 ha mantenuto intatte posizione e tipologia di schermatura.
Una installazione non a norma secondo gli standard odierni, ma comunque utile per un raffronto sui trend in corso. Spiega il responsabile Filippo Orlando: «Febbraio è stato 3,1° superiore alla media». Gli ultimi giorni sono stati utili ai meteorologi per tracciare il bilancio dell’inverno, per convenzione fissato al trimestre dicembre-febbraio.
Sul Trentino solo gennaio è stato freddo, con qualche spruzzata di neve a bassa quota. «Ma gli scarti - +1,6° a dicembre, -0,8° a gennaio e appunto +3,1° a febbraio - rivelano una stagione nel complesso molto mite» sintetizza Orlando. I network di appassionati di meteo sono ormai una realtà capace di sfornare dati e raffronti. Simone Buttura di Meteo4, studente di ingegneria a Trento, porta informazioni da Verona: «Anche da noi febbraio ha chiuso sopramedia», mentre l’inverno è risultato dal punto di vista termico meno anomalo rispetto al Trentino.
Un clima che cambia, come accennavamo in apertura, molto di più nell’estremo nord. È di pochi giorni fa il dato diffuso dal National Snow and Ice Data Center americano: a febbraio il deficit della banchisa artica ha toccato il record di 1,18 milioni di chilometri quadrati. Quattro volte l’Italia, oppure 190 volte la superficie del Trentino, di ghiaccio «mancante» rispetto ai valori del trentennio ?81-2010. Marzo, finora, non è stato da meno. «Anche il prossimo week-end in Provincia vedrà un clima più mite del normale» annunciano gli esperti. Domenica, secondo Meteotrentino, la massima in città sarà di 20°. Una fiera di San Giuseppe in maniche corte.