«In montagna regna l'anarchia: ognuno fa ciò che vuole» La denuncia di Mountain Wilderness Italia

Il presidente di Mountain Wilderness Italia, Franco Tessadri, prende posizione dopo i due incidenti in un giorno sulle piste da sci trentine, definendoli «incidenti perlomeno anomali». Le vicende sono quelle del fuoristrada finito nella pista da sci (l’anziano ha detto che voleva andare al ristorante) e dell’elicottero che si è schiantato all’Alpe di Lusia.

«Da tempo - evidenzia - l’associazionismo trentino denuncia come la vigilanza ambientale in provincia di Trento sia stata oltremodo indebolita: le stazioni forestali sopravvivono con organici inadeguati, i corpi dei guardiaparco nei due parchi provinciali sono stati cancellati, gli organici dei Custodi forestali ridotti di oltre 30 unità». Con l’effetto, viene detto, che «ormai chiunque può fare quello che vuole sulla viabilità forestale e nell’esercizio della caccia». Nel caso del fuoristrada su Col Rodella, rispetto alla sanzione da 30 euro, il presidente si dice perplesso: «È risaputo che la legge provinciale in materia di transiti con veicoli a motore su spazi non autorizzati (piste da sci, strade forestali innevate) prevede una contravvenzione di 224 euro». Altra riflessione sull’«uso e abuso degli elicotteri in montagna, denunciata da tempo. «Vi è anarchia assoluta, probabilmente un’anarchia voluta dal potere politico viste le modifiche peggiorative che la legge ha subito negli anni, specie nella gestione dell’ex presidente Lorenzo Dellai.


Da tempo l’ambientalismo trentino denuncia la diffusione di voli ritenuti abusivi. «Nello specifico caso - ricorda - il pilota dell’elicottero caduto utilizzava regolarmente Ciamp dalle Strie come luogo per recarsi a sciare, in altri casi si portava in montagna per pranzi in rinomati ristoranti o baite». Questo, almeno, risulta dalle segnalazioni raccolte. «Fosse vera tale notizia lascia costernati chiunque: un ufficio pubblico, in difformità a quanto prescrive la legge, delega a soggetti privati autorizzazioni non previste dalla legge o da regolamenti (perlomeno non siamo a conoscenza della presenza di documenti o regolamenti ufficiali). Sembra anche, notizia da verificare comunque, che proprio all’interno dell’aeroporto con una certa faciloneria si possano modificare i piani di volo e che questi possano venire redatti a volo effettuato». Un altro aspetto che va approfondito, per l’associazione, riguarda la violazione degli spazi sopra il parco naturale di Paneveggio Pale di San Martino, «ente che vieta nel modo più assoluto l’uso dei voli per scopi turistici o per diletto. Comunque, visto il ripetersi di questi voli nell’area di Lusia, si auspica che l’ente parco sia intervenuto più volte per sanzionare il pilota crollato sulla pista».


Infine una denuncia relativa a quanto successo ieri. «Oggi (ieri) e domenica 16 marzo, nella zona di Falcade, in prossimità del parco naturale di Paneveggio Pale di San Martino, comunque su aree protette anche del Veneto (aree ZPS e SIC, quindi rientranti in Rete Natura 2000) - si legge - si stanno tenendo voli turistici a pagamento. L’associazione, in tempi più che utili, ha informato dell’evento sia la procura della Repubblica di Belluno che gli enti parco (Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi e Parco naturale provinciale di Paneveggio Pale di San Martino) della più che probabile possibilità che le aree protette vengano interessate, non solo marginalmente, da detti voli. Non abbiamo ottenuto risposta, nemmeno dalla Fondazione Dolomiti Unesco. Un ulteriore esempio della superficialità con la quale in questi tempi tutte le pubbliche amministrazioni gestiscono i temi che abbiano attinenza con la salvaguardia dell’ambiente, del rispetto delle leggi, dei temi della sicurezza».

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