Cagnolino all'asta: dopo il ricorso della Lav il PM sospende la vendita
Non andrà all’asta il cucciolo di cane ferito: la Lav annuncia che il Tribunale ha sospeso il provvedimento dopo i lricorso animalista.
«Il pubblico ministero accoglie la nostra istanza: sospende l’asta e affida il cucciolo alla Lav. soddisfazione dell’associazione che si adopererà da subito per inserirlo in una famiglia. Ma è indispensabile cambiare la legge affinchè animali non siano paragonati ad oggetti».
Il caso del cucciolo messo in vendita all’asta dal Tribunale di Trento, al prezzo di 100 euro con possibilità di rilancio di 50, aveva suscitato notevole indignazione nell’opinione pubblica trentina e nazionale e aveva spinto la Lav a scrivere alla Procura chiedendo l’annullamento dell’asta e l’affido del cucciolo di cane, in modo da potergli regalare una seconda possibilità in un’idonea famiglia. «In poche ore il Pubblico Ministero, che ringraziamo, ha accolto la nostra istanza anche alla luce dei requisiti ministeriali che la nostra associazione possiede e ne ha disposto l’affido alla Lav».
«Siamo molto contenti della decisione del Pubblico Ministero -afferma Simone Stefani, vice Presidente Lav e responsabile della Sede di Trento - così facendo ha dimostrato grande sensibilità in un contesto normativo che spesso vede ancora gli animali come oggetti e non come esseri senzienti che provano sentimenti e hanno relazioni affettive e sociali proprio come noi».
Tra le motivazioni della disposizione firmata dal PM vi è «evitare il pericolo che il cane possa cadere nelle mani di persone che non hanno a cuore il suo benessere».
La Lav annuncia: «Da lunedì inizieremo quindi a prenderci cura del cagnolino e a metterci all’opera per individuare una famiglia idonea ad accoglierlo nella propria casa e nella propria vita.
Questa è una vicenda a lieto fine, ma purtroppo nel nostro ordinamento giuridico gli animali sono ancora considerati cose. Sebbene in ambito di diritto civile, proprio grazie a una proposta di legge fortemente voluta dalla LAV, gli animali che vivono in famiglia sono impignorabili e pertanto non è possibile metterli all’asta; così non è in ambito penale il cui Codice di procedura prevede ancora questo istituto che non tiene conto della loro imprescindibile natura di esseri senzienti che provano emozioni, proprio come noi.
E’ necessaria una modifica urgente al Codice di procedura penale e il riconoscimento degli animali quali esseri senzienti affinché essi non possano più essere oggetto di asta. Gli animali non sono televisori o lavatrici, anche il diritto civile e penale deve tenerne conto».