Quella spada di 3300 anni fa trovata per caso da un escursionista sul Baldo: non solo arma, ma anche parte di un rituale pagano e ancestrale
In Trentino ne abbiamo già trovate una decina: la «spada di Avio» pone molti interrogativi agli archeologi, ma il fatto che fosse piegata intenzionalmente indica un’offerta votiva. Verrà custodita ed esposta all’Antiquarium di Avio, allestito a Palazzo del Vicariato
AVIO. Si chiama «spada di Avio», proviene dal Monte Baldo e risale a oltre 3.300 anni fa: è l’arma dell’età del Bronzo, rinvenuta casualmente da un escursionista nel 2021.
Il ritrovamento nell’estate del 2021, in prossimità del crinale del Monte Baldo a circa 1360 metri di altitudine. Il reperto è stato originariamente consegnato alla Soprintendenza di Verona e poi, grazie alla collaborazione degli archeologi veronesi, riconosciuto come proveniente dal Trentino, nel territorio del Comune di Avio, e consegnato all’Ufficio beni archeologici provinciale.
Datato alla tarda età del Bronzo (1350 – 1000 a.C. ca) e realizzato in lega di rame e stagno, il reperto è sostanzialmente integro, salvo la perdita degli elementi mobili dell’immanicatura (forse in materiale deperibile), di cui però rimangono i ribattini per il fissaggio. La spada risulta piegata giusto all’altezza dell’attacco dell’immanicatura.
Le caratteristiche della spada di Avio rimandano alle cosiddette spade “a lingua da presa” (forma “Naue II”) peculiari dell’Italia del nord e dell’Europa centro-orientale. La “lingua da presa”, ossia la parte del manico fusa assieme alla lama, è un’innovazione tecnologica che consentì una presa di precisione e un miglior controllo dello strumento sia come arma da punta che da fendente.
Rinvenimenti di questo tipo, ossia provenienti da luoghi isolati in prossimità di percorsi, valichi o picchi montani, vengono in genere interpretati come testimonianza non solo della frequentazione delle alte quote (per il pascolo estivo) ma anche di pratiche di culto che richiamano l’uso delle offerte votive nei santuari pagani e poi della tradizione cristiana.
Di questo e dei suoi misteri si è parlato ad Avio nel corso della prima presentazione ufficiale al pubblico organizzata dalla Soprintendenza per i beni culturali, dal titolo «La montagna e la preistoria».
La spada andrà infatti ad arricchire la collezione permanente dell’Antiquarium di Avio, allestito a Palazzo del Vicariato.
Cosa ne sappiamo? Nel caso della spada di Avio, in mancanza di precisi dati sulle condizioni di giacitura originaria, il fatto che risulti intenzionalmente piegata all’attacco dell’immanicatura, ossia che sia stata resa inutilizzabile, potrebbe indicarne la destinazione come offerta votiva. Questa ipotesi può essere avanzata anche nel caso di un rinvenimento molto vicino al punto di scoperta della stessa spada e ad essa grossomodo contemporaneo: un coltello in bronzo da Malga Artilone, anch’esso intenzionalmente piegato.
Nella provincia di Trento sono note circa una decina di spade dell’età del Bronzo (4300-3000 anni fa) le più antiche delle quali risalgono alla sua fase media (3650-3350 anni fa). Le ricerche archeologiche hanno appurato che le spade dell’età del Bronzo erano strumenti con funzionalità molto specifica, destinati ad una élite guerriera e dalla forte connotazione simbolica e sacrale.
Dei rinvenimenti di spade in Trentino non si conoscono quasi mai le esatte condizioni del deposito originario, trattandosi di scoperte casuali. Tuttavia, sembra sempre trattarsi di luoghi di culto legati all’acqua e/o connessi alla frequentazione non occasionale di zone montane come le spade dal fiume Leno, presso Rovereto, dal letto del Sarca, presso Arco, o quella dalla torbiera dell'antico lago Pudro, presso Pergine Valsugana.
Un esempio più simile a quello di Avio è quello delle due spade rinvenute presso il passo Vezzena, sugli altipiani di Lavarone e Luserna.